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Gennaio è stato un mese estremamente ricco di eventi. Nella prima metà è proseguito l'andamento di dicembre poiché gli investitori hanno continuato ad aumentare le loro allocazioni sugli asset ciclici e ad acquistare titoli di small e mid cap USA. Nemmeno gli attentati al Campidoglio sono riusciti ad arrestare questa tendenza. Nella seconda metà si è invece registrata una svolta con il polverone suscitato dallo short squeeze su GameStop che ha causato notevoli perdite ad un paio di hedge fund noti e affermati.
I rendimenti degli indici azionari hanno evidenziato una notevole dispersione durante il primo mese dell'anno. Gli indici asiatici e delle small e mid cap USA hanno sovraperformato con rendimenti nell'ordine del 5-9%. Per contro, gli indici dell'Europa e dell'America Latina sono diminuiti arrestandosi nel range dell'1-5%, dato il ritardo nelle campagne di vaccinazione a causa di problemi di fornitura. A livello settoriale, i titoli energetici sono stati fra i migliori poiché le speranze in merito al ritorno a una "vita normale" e la limitata offerta di petrolio sostengono i prezzi delle materie prime.
I rendimenti dei titoli di Stato e gli spread corporate rimangono prossimi ai minimi storici, ma le massicce iniezioni di liquidità stanno decretando un aumento nelle aspettative inflazionistiche e nei tassi a lungo termine, in particolare nelle scadenze dei Treasury USA pari a 10 e più anni. In media le materie prime hanno registrato buoni risultati. I maggiori aumenti riguardano il petrolio e il mais, con un +10% circa.
L'HFRX Global Hedge Fund EUR ha reso -0,24% nel corso del mese.
Long Short Equity
Il mese è stato estremamente difficile per le strategie long short equity. Gli investitori retail si sono riversati su GameStop, società di videogiochi che non gode di ottima salute, determinando drammatiche perdite in alcuni fondi long short equity. I flussi degli investitori retail hanno decretato un rialzo delle quotazioni di GameStop, causando perdite agli short sellers, che si sono visti costretti a coprire le loro posizioni short spingendo il prezzo delle azioni ancora più in alto. Quando si è saputo che, a seguito di ingenti perdite, un noto gestore ha ottenuto un'iniezione di liquidità di emergenza, molti hedge fund hanno cautamente effettuato un de-leveraging per evitare la stessa sorte. La concomitante riduzione del rischio, attuata vendendo posizioni long e coprendo quelle short, ha avuto un impatto negativo sulla performance, tanto che i gestori hanno perso i guadagni ottenuti da inizio mese. Sul fronte positivo, però, l'evento ha ridotto la pressione sul mercato e ha ricordato l'importanza di selezionare e ridimensionare attentamente le posizioni short. Le strategie long short equity continuano a rappresentare un'interessante opportunità di investimento nel 2021. Durante il rimbalzo del mercato dello scorso anno, le correlazioni intrasettoriali e la dispersione intersettoriale sono risultate elevate, generando molte opportunità relative “value”. Inoltre, i gestori possono utilizzare il capitale per investimenti long e short in settori che hanno registrato un elevato rimpasto come i media, la vendita al dettaglio, la mobilità o l'energia. La strategia long short equity è estremamente ricca e diversificata in termini di temi e stili, ed è dotata di numerosi strumenti per affrontare i diversi contesti di mercato.
Global Macro
Ancora una volta, i gestori macro discrezionali hanno sovraperformato in media le strategie macro sistematiche. Le performance hanno evidenziato dispersione a seconda dell'ambito di interesse del fondo. Le posizioni long sulle materie prime hanno offerto un contributo positivo con guadagni provenienti da petrolio e metalli industriali, così come i tassi a breve termine USA che indicano un'inflazione più elevata e un irripidimento della curva dei rendimenti. Le posizioni short nelle azioni USA hanno risentito dello short squeeze registrato a fine gennaio. Continuiamo a favorire i gestori discrezionali che favoriscono strategie opportunistiche che grazie alle loro capacità analitiche e alla loro esperienza sono in grado di generare profitti sfruttando le opportunità che si presentano nel mondo.
Strategie quantitative
Gennaio è stato un mese relativamente deludente per le strategie quantitative, anche se quelle multi-modello hanno ottenuto risultati discreti. I modelli che seguono le tendenze sono rimasti perlopiù immutati con i guadagni provenienti da materie prime e azioni controbilanciati dalle perdite registrate da tassi e cambi. Le strategie di arbitraggio statistico Equity Market Neutral hanno ottenuto i rendimenti peggiori poiché sono state colpite direttamente dal massiccio de-leveraging di fine gennaio. Le strategie quantitative continuano a muoversi su un percorso accidentato. Poiché i fondi quantitativi traggono il loro vantaggio dall'analisi di enormi volumi di dati sul passato per definire il posizionamento della strategia, è comprensibile che abbiano difficoltà ad affrontare un contesto economico totalmente inedito. I trend follower a breve termine rappresentano un piccolo sottoinsieme di fondi che è riuscito a beneficiare delle diverse fasi di mercato, guadagnando grazie alle forti oscillazioni verso l'alto e verso il basso del mercato. Anche i sofisticati fondi quantitativi multi-strategia sono stati in grado di trarre vantaggio dall'aumento della volatilità del mercato per generare rendimenti interessanti. Detto ciò, gli investitori sono rimasti complessivamente delusi dalle performance dei fondi quantitativi nel corso dell'anno, poiché la maggior parte degli algoritmi ha avuto difficoltà a gestire il violento e rapido aumento della volatilità dei mercati e delle correlazioni degli asset.
Fixed Income Arbitrage
Dallo storico livello di dislocazione di marzo 2020, la volatilità dei tassi di interesse del G3 è crollata sulla scia della chiara retorica delle banche centrali che incoraggia stabilità per contrastare il rallentamento economico innescato dalla pandemia. Negli ultimi sei mesi, quindi, questo segmento ha offerto meno opportunità. Tuttavia, l'ambiente caratterizzato da bassi tassi offrirà un'opportunità estremamente interessante se la crescita degli Stati Uniti accelererà e la situazione si normalizzerà con l'aiuto dei vaccini. Da dicembre la curva dei rendimenti si irripidisce e gli spread degli swap si ampliano sulla scia dell'aumento dei rendimenti USA e del cambiamento nelle dinamiche di mercato. Quest'ultimo rende le obbligazioni USA più economiche rispetto ai futures, aumentando la gamma di opportunità a disposizione della strategia. In Europa, invece, lo scarso livello di emissioni ha sortito l'effetto contrario (le obbligazioni sono più onerose rispetto ai futures) mentre gli spread degli swap si sono anch'essi ampliati. Questi recenti cambiamenti in termini di posizionamento e i timori in merito a una potenziale inflazione hanno chiaramente migliorato l'ecosistema della strategia.
Mercati emergenti
Le prospettive di una continua ripresa economica e la debolezza del dollaro supportano le valutazioni degli asset della regione. Dato che buona parte del mercato obbligazionario globale è in territorio negativo, i mercati emergenti rappresentano un terreno d'investimento interessante per gli investitori in cerca di asset che garantiscano un discreto reddito fisso. Il credito dei ME dovrebbe inoltre beneficiare dell'aumento dei prezzi delle materie prime. Sebbene i rendimenti dei ME siano a livelli storicamente bassi, gli spread dei titoli di Stato e dei titoli corporate dei ME rispetto alle emissioni dei mercati sviluppati sono superiori alle medie storiche. Secondo alcuni analisti i bassi tassi dei Treasury e la maggiore stabilità politica negli USA continueranno a indurre gli investitori a cercare rendimenti più elevati nei mercati emergenti. Le prospettive macroeconomiche rimangono estremamente incerte per i mercati emergenti, tuttavia, i gestori che si concentrano sui fondamentali li considerano un'opzione interessante in un contesto caratterizzato da tassi pari allo zero; tenendo conto della fragilità dei fondamentali, di solito adottano un approccio estremamente selettivo. È d'obbligo un atteggiamento prudente a causa della maggiore sensibilità dell'asset class ai flussi degli investitori e alla liquidità.
Risk arbitrage – Event-driven
A gennaio le strategie event driven hanno ottenuto buoni risultati. La maggior parte dei gestori è risultata relativamente immune all'inversione di mercato registrata a fine mese. In media, le operazioni di fusione hanno contribuito positivamente con spread che vanno nella giusta direzione. Uno dei maggiori contributi è giunto dall'aumento dell'offerta per Acacia Communications da parte di Cisco. Le SPAC stanno diventando un'importante fonte di opportunità. Secondo un gestore, il valore delle nuove IPO nel gennaio 2021 rappresenta il 25% dell'emissione totale del 2020. Si prevede che l'attività di fusione continui nel prossimo futuro. I tassi di interesse sono bassi, le società hanno tagliato i costi e hanno emesso debito e azioni per affrontare la crisi, ma anche per essere pronte a sfruttare asset strategici. L'attività è dettata dalla necessità di ristrutturazione in settori in difficoltà come l'energia o i viaggi, dalla volontà di consolidamento nel settore sanitario, finanziario e delle telecomunicazioni o dall'esigenza di adattarsi alla nuova realtà, acquisendo all'esterno tecnologie che richiederebbero troppo tempo o denaro per essere sviluppate internamente come nel settore dei semiconduttori.
Distressed
Le strategie stressed e distressed hanno iniziato l'anno sotto i migliori auspici. Grazie alla maggiore chiarezza sulla riapertura dell'economia, gli asset in sofferenza beneficiano dell'ultima ondata di repricing degli asset. È interessante notare come durante il 2020 molti gestori distressed abbiano evidenziato livelli di turnover di portafoglio superiori alla media. Quando il mercato è calato alla fine del primo trimestre, tutti gli asset sono crollati, indipendentemente dalla loro qualità. I gestori di maggiore successo sono stati in grado di fornire liquidità acquistando asset di qualità scontati. Nel corso dell'anno hanno poi venduto tali posizioni realizzando un profitto e optando per asset maggiormente in sofferenza. Poiché questi asset hanno subito un deciso repricing in seguito alle notizie sui vaccini, alcuni iniziano a effettuare prese di profitto e ad acquistare i titoli più promettenti del mercato distressed in grado di beneficiare della riapertura dell'economia. Data tale situazione, privilegiamo le strategie esperte e diversificate per evitare di dover affrontare oscillazioni di volatilità estreme. Non sarà facile, ma si tratta dell'ambiente e delle opportunità che questi gestori attendevano da un decennio.
Long short credit & High yield
Gli spread creditizi dei mercati investment grade e high yield hanno raggiunto livelli mai più registrati dalla crisi del 2008. Il mercato ha anche risentito della mancanza di liquidità, il che ha spinto la BCE e la Fed a intensificare i programmi di acquisto di titoli di debito IG. La Fed ha inoltre deciso di includere l'high yield nei suoi programmi di acquisto per limitare l'elevato numero di fallen angel, che dal segmento investment grade sono stati declassati ad high yield. Gli spread delle obbligazioni investment grade e dell'high yield di qualità negli Stati Uniti e in Europa sono ora prossimi ai livelli pre-COVID. Le notizie relative all'elevato livello di efficacia dei vaccini di Pfizer/BioNTech e Moderna hanno decretato un ulteriore calo degli spread creditizi e la conseguente sovraperformance degli asset rischiosi. Sebbene il trading sul beta si sia esaurito, riteniamo che le strategie long short credit offrano, sia nel lungo che nel breve termine, interessanti opportunità per sfruttare le incongruenze dei fondamentali innescate dalle forti dislocazioni di quest'anno.