La scorsa settimana in sintesi
- Nel secondo trimestre 2023, l'economia cinese è cresciuta del 6,3% su base annua, al di sotto delle stime di mercato, cosa ha creato pressioni sui responsabili delle politiche affinché vengano varati maggiori stimoli.
- Nel Regno Unito, l'inflazione è scesa più del previsto a giugno, attestandosi al 7,9% e alleviando le aspettative di aumenti aggressivi dei tassi di interesse da parte della Bank of England.
- A giugno, le immatricolazioni delle nuove auto nell'Unione europea sono aumentate del 19% su base annua, sostenute dalla crescente domanda di veicoli elettrici (+55%). Per la prima volta, le vendite di veicoli elettrici hanno superato quelle delle automobili alimentate a diesel.
- L'accordo sul grano del Mar Nero, che ha consentito all'Ucraina di esportare cereali via nave, è scaduto, scatenando timori circa l'aumento dei prezzi e la disponibilità del cibo nei paesi più poveri.
Dati ed eventi di questa settimana
- Questa settimana, un ricco programma top-down e bottom-up attende gli investitori.
- Le banche centrali saranno sotto i riflettori, con la Fed e la BCE che aumenteranno verosimilmente i tassi di 25 pb. Gli investitori analizzeranno attentamente la comunicazione per valutare fino a che punto potrebbe giungere la stretta.
- Con buona probabilità, la Banca del Giappone non aumenterà i tassi nel corso della prossima riunione, ma potrebbe fornire indicazioni su come intende modificare il programma di controllo della curva dei rendimenti per ottimizzare la sostenibilità della sua politica.
- È attesa la pubblicazione degli indici PMI flash globali relativi al comparto manifatturiero e a quello dei servizi, che serviranno agli investitori e alle banche centrali per valutare il rallentamento sempre più generalizzato nell'attività.
- La stagione degli utili del secondo trimestre 2023 sta per entrare nel vivo, con la pubblicazione dei risultati di 167 aziende, ovvero il 39% del capitale di mercato dell'indice S&P500. Microsoft, Google, Amazon e Meta sono alcuni dei nomi di punta da tenere d'occhio.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
- Negli Stati Uniti, gli ultimi dati continuano a puntare verso un atterraggio morbido. Inflazione e salari continuano a rallentare, mentre la crescita resta resiliente; viceversa, in Cina la crescita rimane ancora deludente, indebolita dalle forze deflazionistiche.
- Nell'eurozona, la crescita è debole e si prevede che rimarrà sottotono: l'attività è ora in fase di contrazione nel settore manifatturiero e sta decelerando in quello dei servizi. Il calo dell'inflazione dovrebbe aiutare le famiglie a riguadagnare potere d'acquisto nel corso del secondo semestre.
- I mercati emergenti dovrebbero complessivamente riscontrare, nel corso del prossimo anno, un'accelerazione più rapida della crescita rispetto ai paesi sviluppati, mentre la politica monetaria delle relative banche centrali potrebbe cambiare passo in direzione di un allentamento.
- Le banche centrali nei mercati sviluppati si stanno avvicinando al picco dei rialzi, anche se i tassi di interesse rimarranno elevati per un periodo di tempo prolungato. Nel corso del secondo semestre del 2023, non ci aspettiamo tagli dei tassi nei mercati sviluppati.
- Prevediamo tuttavia un contesto di mercato meno favorevole rispetto al primo semestre, il che dovrebbe tradursi in un ampio movimento laterale dei mercati finanziari.
Rischi
- La più forte stretta monetaria degli ultimi quarant'anni ha determinato un significativo inasprimento delle condizioni finanziarie. Potrebbero riemergere rischi per la stabilità finanziaria.
- Un'inflazione più persistente del previsto potrebbe costringere le banche centrali ad aumentare ulteriormente i tassi, determinando una revisione al ribasso delle previsioni di crescita.
- A seguito dell'importante calo delle sorprese sul fronte della crescita in tutte le principali regioni all'infuori degli Stati Uniti, le previsioni globali potrebbero diventare meno incoraggianti.
Strategia cross-asset
- Manteniamo un'allocazione azionaria più cauta rispetto al primo semestre, considerato il potenziale di rialzo limitato. Ai livelli attuali, un esito economico positivo con un atterraggio pressoché morbido sembra già scontato per le azioni. Ci concentriamo a raccogliere il carry e manteniamo una duration lunga.
- Abbiamo le seguenti convinzioni di investimento:
- Abbiamo optato per un posizionamento azionario moderatamente più difensivo, mantenendo una sottoponderazione sulle azioni dell'eurozona a fronte di prezzi diventati a nostro parere troppo compiacenti, dato il contesto restrittivo in ambito monetario e finanziario.
- Crediamo nel potenziale di rialzo dei mercati emergenti, che dovrebbero beneficiare dei cicli economici e monetari in via di miglioramento rispetto ai mercati sviluppati, mentre le valutazioni restano interessanti.
- Prediligiamo i titoli difensivi, come ad esempio sanità e beni di consumo di base, rispetto a quelli ciclici, che già scontano un miglioramento e una ripresa economica solidi. Inoltre, i settori difensivi dispongono di un potere di determinazione dei prezzi superiore, sebbene un ulteriore margine di espansione risulti improbabile.
- A più lungo termine, prediligiamo le tematiche d'investimento correlate alla transizione energetica, a fronte del crescente interesse verso i settori legati al clima e all'economia circolare. Manteniamo la tecnologia nelle nostre convinzioni di lungo termine, perché ci aspettiamo che l'automazione e la robotica proseguano la loro ripresa dal 2022, sebbene a un ritmo ridotto rispetto al primo semestre dell'anno.
- Nell'allocazione del reddito fisso, manteniamo un posizionamento lungo in termini di duration:
- Con tassi più elevati e un livello di spread ragionevole, apprezziamo i titoli di Stato statunitensi ed europei, oltre al credito di alta qualità come fonti di carry.
- La nostra posizione di sovrappeso sul credito investment grade rappresenta una forte convinzione sugli emittenti europei dall'inizio dell'anno, dato che il rapporto carry/volatilità risulta interessante.
- Siamo più prudenti sulle obbligazioni High Yield, poiché l'inasprimento degli standard di credito dovrebbe fungere da ostacolo e, negli ultimi mesi, la protezione contro l'aumento dei default è diminuita.
- Siamo acquirenti di obbligazioni emergenti, che continuano a offrire il carry più interessante. Un supporto dovrebbe giungere dall'atteggiamento accomodante delle banche centrali a partire dal secondo semestre del 2023. Il posizionamento degli investitori è ancora moderato, a seguito dei deflussi del 2022. E non è previsto un rafforzamento dell'USD, cosa che costituisce una spinta per il debito in valuta locale.
- Manteniamo una posizione long sullo yen giapponese e un'esposizione ad alcune materie prime, tra cui l'oro, dato che entrambe garantiscono una buona copertura in un potenziale contesto di avversione al rischio.
- Su un orizzonte di medio termine, ci aspettiamo una buona performance da parte degli investimenti alternativi.
Il nostro posizionamento
Le nostre convinzioni si traducono in una sovraponderazione sulle obbligazioni rispetto alle azioni. Nell'ambito del reddito fisso, riteniamo interessanti le obbligazioni europee Investment Grade e restiamo fiduciosi rispetto a questa classe di attivi. A fronte della politica aggressiva attuata dalla BCE, i rendimenti a lungo termine presentano interessanti livelli di acquisto e abbiamo scelto di cogliere questa opportunità mantenendo un posizionamento lungo in termini di duration. In ambito azionario, intravediamo valore in un approccio a bilanciere: sovrappeso sui mercati emergenti mitigato da un sottopeso sull'eurozona. Inoltre, riconosciamo la presenza di un'importante dinamica di supporto e di uno scenario "Goldilocks" negli Stati Uniti: maggiori sorprese positive sul fronte della crescita economica e minori sorprese negative rispetto all'inflazione. Tuttavia, la nostra esposizione al mercato statunitense è associata a una strategia di protezione tramite derivati, dato che il sentiment, il posizionamento e la psicologia di mercato risultano tesi. I mercati riflettono in misura crescente le nostre previsioni di un atterraggio morbido, limitando il potenziale di rendimento futuro. La nostra strategia di asset allocation "di fine ciclo" ruota anch'essa attorno a settori difensivi rispetto ai ciclici.