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La scorsa settimana in sintesi

  • A ottobre, l'inflazione statunitense è passata al 2,6% dal 2,4% di settembre, con un aumento dei prezzi core del 3,3%, confermando il percorso accidentato che si preannuncia per il quarto trimestre.
  • Nell'eurozona, i tassi di crescita del PIL hanno soddisfatto le aspettative, anche se l'UE ha sottolineato l'elevata incertezza geopolitica e commerciale di oggi.
  • In Cina, le vendite al dettaglio hanno superato le aspettative, favorite da una settimana di vacanza, da un recente festival dello shopping e da una serie di misure di sostegno messe in campo dal governo.
  • Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha nominato molti dei suoi fedeli seguaci in ruoli chiave della prossima amministrazione.

 

Dati ed eventi di questa settimana

  • Nvidia pubblicherà i risultati finanziari trimestrali, che potrebbero avere un impatto sulla performance del settore, ora che la stagione degli utili volge al termine.
  • I PMI flash globali relativi al comparto manifatturiero e a quello dei servizi forniranno indicazioni sulla forza delle economie, mettendo in luce i trend di produzione, domanda e prezzi.
  • Nell'eurozona e nel Regno Unito, i dati sull'inflazione evidenzieranno i percorsi di allentamento della politica monetaria intrapresi dalla BCE e dalla BoE.
  • A Rio de Janeiro prenderà il via il vertice dei leader del G20, che riunirà le maggiori economie del mondo, ovvero l'85% del PIL mondiale, il 75% del commercio internazionale e il 65% della popolazione globale.


Convinzioni di investimento

Scenario di base

  • L'attenzione degli investitori si sta spostando dalle elezioni alla politica: nel complesso, le quattro aree in cui si prevede che il presidente eletto Donald Trump apporterà cambiamenti significativi - dazi, tasse, immigrazione e deregolamentazione - appaiono complessivamente reflazionistiche per gli Stati Uniti, con una crescita più forte e un aumento dell'inflazione il prossimo anno.
  • Di fronte alle basse aspettative, anche i dati sull'attività della Cina e dell'eurozona hanno sorpreso al rialzo e sembrano aver cambiato passo nelle ultime settimane. L'agenda di Donald Trump potrebbe pesare sulla crescita del resto del mondo, ma senza modificare drasticamente il percorso disinflazionistico.

 

Rischi

  • Le severe restrizioni all'immigrazione e i massicci aumenti dei dazi doganali da parte degli Stati Uniti potrebbero intensificare l'inflazione, mentre un mercato del lavoro teso potrebbe costringere la Fed ad aumentare il tasso sui fondi federali già l'anno prossimo. Di conseguenza, il mix crescita/inflazione si deteriorerebbe notevolmente.
  • Tali politiche, e in particolare l'incertezza commerciale, avrebbero un effetto a catena sui mercati globali.
  • I rischi geopolitici continuano a rappresentare una minaccia per la crescita globale e i prezzi dell'energia, in particolare a fronte delle continue tensioni in Medio Oriente e della guerra in Ucraina.

 

Strategia cross-asset

  1. Le nostre prospettive sono in gran parte guidate da due principali fattori di mercato: la crescita e l'inflazione.
  2. Prevediamo una sovraperformance dell'economia statunitense, trainata da una crescita solida, dall'assenza di squilibri apparenti e da politiche reflazionistiche e manteniamo quindi una sovraponderazione, che comprende il mercato generale, finanziari, industriali e titoli di small cap - segmenti che beneficerebbero di una crescita del PIL più sostenuta grazie a politiche di stimolo mirate a livello nazionale. Conserviamo inoltre una posizione long sul dollaro statunitense. Dopo le elezioni statunitensi, i mercati hanno nuovamente rivisto le attese sui tagli della Fed, il che rappresenta un fattore di supporto per il biglietto verde.
  3. Per ciò che riguarda la nostra strategia regionale:
    • Abbiamo ulteriormente declassato le azioni dell'UEM e conserviamo una visione negativa. La regione appare più vulnerabile alle politiche annunciate dalla futura amministrazione statunitense. Abbiamo declassato anche le azioni del Regno Unito, dove passiamo a una visione neutrale.
    • Abbiamo una visione positiva sui mercati emergenti, anche se le elezioni statunitensi rappresentano una sfida in termini di impatto delle valute e le tensioni commerciali. Tuttavia, la nostra posizione prevede un'opzione sulla Cina. Attendiamo una maggiore chiarezza da parte delle autorità cinesi e nuove potenziali misure di sostegno in risposta alle iniziative statunitensi in materia di dazi doganali.
    • Restiamo neutrali sulle azioni giapponesi.
  4. Per ciò che riguarda l'allocazione al settore azionario:
    • Abbiamo un'esposizione ai settori ciclici negli Stati Uniti, compresi finanziari e industriali.
    • Per contro, abbiamo ridotto l'allocazione ai settori difensivi, come sanità e beni di prima necessità.
  5. Per quanto concerne l'allocazione al reddito fisso:
    • Contrariamente alle azioni della regione, gli asset europei potrebbero spiccare nel segmento del reddito fisso. Secondo la nostra visione, i titoli di Stato europei core rappresentano un investimento interessante a fronte del recente aumento dei rendimenti, in quanto offrono carry e copertura in un portafoglio multi-asset, considerato lo spostamento delle correlazioni registrato nel corso dell'anno. Inoltre, intravediamo pochi margini per un'ulteriore contrazione degli spread di credito.
    • Conserviamo un orientamento long in termini di duration tramite la Germania, con una particolare attenzione agli emittenti di qualità.
    • Abbiamo declassato l'outlook del debito sovrano statunitense e siamo negativi sulla duration degli Stati Uniti.
    • Restiamo neutrali sulle obbligazioni investment grade e high yield, indipendentemente dalla regione degli emittenti.
    • Deteniamo un'esposizione ridotta alle obbligazioni sovrane dei mercati emergenti in presenza di spread particolarmente contratti.
  6. Manteniamo un'allocazione sugli investimenti alternativi e sull'oro.

 

Il nostro posizionamento

Le nostre attuali partecipazioni in portafoglio riflettono una preferenza per le azioni statunitensi, in particolare per i settori ciclici, pur conservando una certa flessibilità nei mercati emergenti. Rimaniamo attenti ai cambiamenti nella politica commerciale e nell'inflazione, che guideranno i nostri continui aggiustamenti. 
Negli Stati Uniti, abbiamo rivisto ulteriormente al rialzo la nostra visione positiva. Siamo tatticamente positivi sulla Cina e sulla regione dei mercati emergenti in generale, posto che le misure di stimolo risultino efficaci. Siamo più prudenti sull'eurozona. Siamo neutrali sui mercati azionari britannici e giapponesi. Nell'allocazione al reddito fisso, continuiamo a preferire le obbligazioni europee core, come quelle tedesche, per il carry. Siamo negativi sulla duration statunitense. Restiamo neutrali sulle obbligazioni investment grade e high yield, indipendentemente dalla regione degli emittenti.

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