La scorsa settimana in sintesi
- A novembre, la crescita del mercato del lavoro statunitense ha subito un rimbalzo dopo lo scompiglio dovuto agli uragani e agli scioperi di ottobre.
- Negli Stati Uniti, l'aumento dei prezzi al consumo e alla produzione, cresciuti rispettivamente del 2,7% e del 3% su base annua, ha messo gli investitori in allerta rispetto all'inflazione, anche in vista della prevista politica reflazionistica della prossima amministrazione.
- La Banca centrale europea (BCE) ha ridotto il tasso di deposito dal 3,25% al 3%, operando così il quarto taglio di quest'anno in un contesto caratterizzato dalla debolezza delle prospettive di crescita e dall'affievolimento dei timori per l'inflazione nella regione.
- In Cina, la Conferenza centrale sul lavoro economico ha proposto di adeguare il rapporto deficit/PIL del 2025, i requisiti relativi alle riserve e i tassi d'interesse, oltre a prevedere un aumento dei buoni del tesoro speciali e una politica monetaria moderatamente accomodante per sostenere la crescita.
Dati ed eventi di questa settimana
- Le banche centrali saranno sotto i riflettori, date le riunioni in programma della Fed, della Banca del Giappone, della Bank of England e della Banca popolare cinese. Le osservazioni del presidente della Fed Powell si concentreranno sulle proiezioni economiche della banca centrale per i prossimi trimestri.
- I dati preliminari del PMI relativi all'eurozona, al Regno Unito e agli Stati Uniti forniranno le prime indicazioni sull'attività economica nel settore manifatturiero e in quello dei servizi per dicembre.
- La Cina renderà noti indicatori economici chiave come le vendite al dettaglio e la produzione industriale.
- L'indice IFO tedesco sul clima aziendale rifletterà le prospettive delle imprese in Germania, fondamentali per comprendere la traiettoria della maggiore economia dell'eurozona.
- I dati definitivi sull'inflazione confermeranno l'andamento dei prezzi al consumo, influenzando le prospettive di politica monetaria della BCE per il 2025.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
- L'economia statunitense continua a crescere al di sopra del suo potenziale, sostenuta da una solida domanda interna. Tuttavia, i dazi e le politiche di immigrazione introdotte dalla nuova amministrazione contribuiranno alla fine delle tendenze disinflazionistiche. Ciò limiterà la capacità della Federal Reserve di allentare la politica monetaria, inibendo potenzialmente l'ulteriore espansione economica.
- In Europa, la crescita economica resta fragile, ostacolata dalla debolezza della domanda, dalla bassa fiducia delle imprese e dei consumatori e dalla persistente incertezza rispetto alla politica commerciale. La Banca centrale europea (BCE) è costretta ad attuare misure di allentamento monetario più per necessità che per scelta, dato che le condizioni economiche interne faticano a prendere slancio.
- L'economia cinese si trova a dover affrontare degli ostacoli, in quanto un potenziale aumento del 60% dei dazi statunitensi potrebbe ridurre la crescita del PIL in una misura compresa tra l'1,5% e il 2%. Per contrastare le pressioni deflazionistiche e sostenere la stabilità a lungo termine, si prevede che la Cina introdurrà ulteriori stimoli fiscali e monetari, oltre a riforme strutturali volte a promuovere una crescita sostenibile.
Rischi
- Continua a persistere l'instabilità politica, sebbene il suo impatto sul mercato vari significativamente da una regione all'altra. Nell'eurozona, la ripresa economica è sempre più subordinata alla fine della guerra in Ucraina e al calo dei prezzi dell'energia.
- Le incertezze commerciali hanno raggiunto livelli senza precedenti, aumentando le pressioni economiche globali.
- Una divergenza negli approcci di politica monetaria complica ulteriormente le prospettive, mentre Pechino rimane concentrata sull'attenuazione degli shock sull'economia e sul sentiment causati dai dazi previsti dall'amministrazione Trump.
Strategia cross-asset
- Conserviamo una sovraponderazione sulle azioni globali, con una chiara preferenza per gli Stati Uniti e i mercati emergenti.
- I solidi fondamentali economici, le politiche reflazionistiche degli Stati Uniti e i correnti stimoli in Cina creano un contesto favorevole per i mercati azionari, con un potenziale di rialzo trainato dalla crescita del PIL nominale e dal miglioramento degli utili societari.
- Nell'ambito delle azioni, prosegue la divergenza regionale:
- Gli Stati Uniti si distinguono per la solida crescita del PIL, la limitata esposizione ai rischi commerciali globali e il contesto politico favorevole.
- Per contro, manteniamo una sottoponderazione sull'eurozona, a causa della persistente incertezza politica e della debolezza dei dati del PMI, sebbene l'allentamento monetario della BCE offra una certa protezione.
- Il Giappone sta beneficiando delle riforme strutturali, ma è messo a dura prova dalla volatilità a breve termine dello yen.
- I mercati emergenti traggono vantaggio dagli stimoli in Cina, sebbene permangano timori in merito alle dinamiche dei dazi.
- Da un punto di vista settoriale:
- Il nostro portafoglio globale è orientato verso i settori ciclici negli Stati Uniti, come i finanziari e gli industriali, mentre adotta un approccio più equilibrato in Europa.
- Questo posizionamento riflette l'impegno a cogliere i punti di forza a livello regionale, fornendo al contempo una copertura dai rischi specifici. La strategia di allocazione flessibile ci garantisce di rimanere ben posizionati per affrontare un panorama macroeconomico in evoluzione e capitalizzare le opportunità di mercato.
- Altri aspetti dell'allocazione al settore azionario:
- Negli Stati Uniti, abbiamo rivisto al rialzo il settore del software e dei servizi da neutrale a positivo, poiché prevediamo che beneficerà della diffusione dell'intelligenza artificiale.
- Nell'ambito delle azioni europee, abbiamo declassato sia la nostra posizione sui beni di prima necessità, che abbiamo portato a neutrale, sia quella sul settore sanitario, che resta comunque positiva.
- Per quanto concerne l'allocazione al reddito fisso:
- In termini di duration, la strategia è leggermente lunga in Europa e leggermente corta negli Stati Uniti, per far fronte alle attuali condizioni di mercato. Negli Stati Uniti, i mercati restano al di sopra delle proiezioni sui tassi della Fed, con una volatilità a breve termine che crea indecisione sui rendimenti a lungo termine. Nel frattempo, i rendimenti europei sono influenzati dal pessimismo sulle prospettive economiche, con aspettative di inflazione a livelli bassi e rendimenti reali ai minimi di due anni.
- Ai livelli attuali, restiamo prudenti sulla Francia su base relativa rispetto agli altri titoli sovrani dell'eurozona.
- Nell'ambito del credito, intravediamo pochi margini per un'ulteriore contrazione degli spread. Restiamo neutrali sulle obbligazioni investment grade e high yield, indipendentemente dalla regione degli emittenti.
- Deteniamo un'esposizione ridotta alle obbligazioni sovrane dei mercati emergenti in presenza di spread particolarmente contratti.
- Manteniamo un'allocazione sugli investimenti alternativi e sull'oro.
Il nostro posizionamento
In vista del 2025, il nostro portafoglio continua a riflettere una preferenza per le azioni, in particolare quelle statunitensi, con un'attenzione particolare ai temi ciclici, pur mantenendo una certa flessibilità nei mercati emergenti. Gli sviluppi della politica commerciale e l'andamento dell'inflazione continueranno a essere i fattori chiave che guideranno i nostri aggiustamenti.
Per quanto riguarda la Cina e i mercati emergenti in generale, rimaniamo tatticamente ottimisti, a condizione che vengano attuate misure di stimolo efficaci. Per contro, ci accostiamo all'eurozona con cautela, visto il continuo deterioramento degli indicatori economici. La nostra posizione sulle azioni del Regno Unito e del Giappone resta neutrale.
Nel reddito fisso, privilegiamo le obbligazioni europee core, come i Bund tedeschi, per le opportunità di carry, mantenendo una visione negativa sulla duration statunitense. Per ciò che riguarda le obbligazioni Investment Grade e High Yield, manteniamo una prospettiva neutrale, indipendentemente dagli emittenti regionali. Questo posizionamento riflette la nostra attenzione volta a bilanciare opportunità e rischi mentre affrontiamo il panorama economico globale in evoluzione in vista del 2025.