La scorsa settimana in sintesi
- In un momento di grande sconvolgimento per i mercati delle materie prime, nel bel mezzo dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, i prezzi del petrolio sono schizzati alle stelle. La Russia, tra l'altro, è uno dei principali produttori di greggio al mondo.
- L'IPC statunitense di febbraio si è attestato sul 7,9% annuo e le famiglie stanno avvertendo la pressione dell'inflazione in aumento. A fronte della guerra in Ucraina, il prossimo mese si prevedono livelli persino più alti.
- L'euro ha recuperato terreno, spinto da una maggiore propensione al rischio, da una BCE più aggressiva del previsto e da voci secondo cui i leader europei stanno considerando l'emissione di un bond congiunto per finanziare la spesa relativa a clima, difesa ed energia.
- Gli sforzi diplomatici tra il Ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba, non si sono dimostrati fruttuosi nonostante l'incontro tenuto in Turchia.
Dati ed eventi di questa settimana
- La Fed dovrebbe aumentare i tassi di 25 pb per la prima volta dal dicembre 2018. Il circolo vizioso creato dai problemi nelle catene di approvvigionamento e dall'aumento dei prezzi delle merci non è stato ancora spezzato e la guerra aggiunge un significativo rischio di crescita dell'inflazione.
- L'attenzione sarà puntata sulle banche centrali, dato che si attendono le riunioni della BoE, della BoJ e delle controparti dei mercati emergenti.
- Alcuni importanti paesi pubblicheranno le prime indicazioni sull'impatto delle pressioni inflazionistiche e della guerra in Ucraina, attraverso i dati sul sentiment economico per ciò che riguarda l'eurozona e la Germania e tramite i sondaggi regionali sul settore manifatturiero per quanto concerne gli Stati Uniti.
- Sul fronte geopolitico, potrebbero essere annunciate altre sanzioni alla Russia, dato che gli alleati occidentali sono intenzionati a scoraggiare la Russia dal persistere. Anche i ministri della difesa della NATO terranno una riunione.