La scorsa settimana in sintesi
- Anticipando la Fed, la Banca centrale europea ha tagliato i tassi di 25 pb, così come aveva fatto anche la Banca del Canada.
- A maggio, l'economia statunitense ha aggiunto 272.000 posti di lavoro, superando tutte le stime, mentre la retribuzione oraria media è aumentata del 4,1% su base annua.
- Gli elettori di 27 paesi dell'UE hanno votato per eleggere 720 membri del Parlamento, ridefinendo le priorità e la direzione politica del blocco.
- I risultati elettorali in Messico, Sudafrica e India hanno scosso valute e azioni, evidenziando il continuo impatto della politica sui mercati.
Dati ed eventi di questa settimana
- L'inflazione dominerà il flusso di notizie, con dati provenienti dai paesi in via di sviluppo e da quelli sviluppati, compresi il CPI e il PPI statunitensi.
- La riunione e la conferenza stampa della Federal Reserve aiuteranno gli investitori a valutare il grado di rigore della politica monetaria. Si riunirà anche la Banca del Giappone.
- I consumatori statunitensi saranno sotto i riflettori, con la pubblicazione dei dati preliminari dell'Università del Michigan su sentiment, aspettative di inflazione e condizioni attuali.
- Verrà resa nota la bilancia commerciale dell'eurozona, che farà luce sul livello delle importazioni e delle esportazioni dalla Cina e dagli Stati Uniti, nonché sulle aree di vendita e acquisto.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
- Il flusso di notizie degli Stati Uniti è ora in contrasto con quello di Europa e Cina: i dati economici più deboli del previsto negli Stati Uniti sono compensati da sorprese positive in queste ultime regioni. Sebbene l'ansia da Fed continui a prevalere, la buona notizia è che il repricing aggressivo relativo ai tagli dei tassi ha con buona probabilità esaurito il suo corso.
- Nell’area euro, la ripresa dell’attività dopo la quasi stagnazione dovrebbe rappresentare un sostegno per le valutazioni azionarie. Gli indicatori previsionali puntano senza dubbio in questa direzione.
- Le tendenze di disinflazione globali sono state confermate dai dati più recenti e dal calo del prezzo del petrolio. Nella fase attuale, i tassi d'interesse hanno probabilmente raggiunto i livelli massimi e la crescita continua a mostrarsi resiliente.
- L'attività economica cinese ha mostrato qualche debole segno di stabilizzazione, mentre i prezzi mantengono una traiettoria deflazionistica.
Rischi
- Le eventuali impennate nei rendimenti statunitensi, nel prezzo del petrolio e nell'USD sono le principali variabili da tenere d'occhio. Rispetto all'outlook della crescita globale, i rischi geopolitici restano orientati al ribasso a fronte dell'evolversi della situazione nel Medio Oriente e del protrarsi della guerra in Ucraina.
- I rendimenti obbligazionari devono essere monitorati, soprattutto alla luce delle divergenze tra l'economia statunitense e la sua controparte europea.
- Un'inflazione statunitense più persistente del previsto associata, a una crescita economica in fase di eccessivo rallentamento e a una disoccupazione in aumento, potrebbe costringere la Federal Reserve a riconsiderare le sue scelte.
Strategia cross-asset
- Esprimiamo una visione positiva sulle azioni. Il nostro posizionamento prevede un sovrappeso. I recenti indicatori di attività e gli imminenti tagli dei tassi potrebbero sostenere ulteriormente i mercati.
- Abbiamo le seguenti convinzioni di investimento azionario:
- Leggero sovrappeso sugli Stati Uniti.
- Leggero sovrappeso sui mercati sviluppati esclusi gli Stati Uniti, ovvero Europa e Giappone. Nell'area euro, ci concentriamo su beta e ciclicità e beneficiamo di un ampliamento dello scenario favorevole, caratterizzato da un'inflazione più bassa e una crescita più alta del previsto.
- Nel Regno Unito, le valutazioni sono interessanti.
- In Giappone, l'uscita dalla deflazione pluridecennale e i frutti delle riforme della corporate governance dovrebbero compensare una banca centrale meno accomodante.
- Per quanto concerne l'allocazione al reddito fisso:
- Privilegiamo il carry agli spread.
- Rispetto ai titoli di Stato statunitensi, abbiamo colto un interessante punto di ingresso, con i rendimenti che ad aprile sono tornati a crescere fino al 4,7%.
- Manteniamo un giudizio positivo sulla duration delle emissioni europee, paesi non-core compresi. I prossimi tagli e l'allentamento dell'inflazione dovrebbero sostenere la classe di asset.
- Deteniamo un'esposizione relativamente ridotta alle obbligazioni sovrane dei mercati emergenti in presenza di spread particolarmente ristretti e di un dollaro forte.
- Restiamo neutrali sulle obbligazioni investment grade e high yield, indipendentemente dalla regione degli emittenti.
- Per ciò che riguarda la nostra strategia sul mercato valutario, conserviamo un atteggiamento positivo sulle valute legate alle materie prime, grazie alla ripresa del ciclo manifatturiero globale, e abbiamo ridotto la nostra posizione lunga sullo yen giapponese dato che la BoJ appare eccessivamente prudente.
- Ci aspettiamo una buona performance degli investimenti alternativi, poiché presentano un certo livello di decorrelazione rispetto agli asset tradizionali, e manteniamo un'allocazione sull'oro.
Il nostro posizionamento
Il nostro outlook sulle azioni resta positivo, con una posizione di sovraponderazione e una preferenza per i mercati sviluppati (Stati Uniti, Europa e Giappone) rispetto a quelli emergenti. Con l'aggiunta della ciclicità al portafoglio, la strategia beneficia del miglioramento dei PMI e dei tagli dei tassi da parte delle banche centrali, che, tra l'altro, dovrebbero fungere da limite per i rendimenti obbligazionari a lungo termine, sostenendo la nostra visione positiva sull'eurozona, sui relativi paesi periferici e sul debito sovrano statunitense. Ci manteniamo neutrali sui crediti investment grade e high yield, indipendentemente dalla regione, poiché preferiamo il carry agli spread.