La scorsa settimana in sintesi
- Grazie a un primo semestre positivo e a una crescita economica resiliente, è improbabile che il 2023 possa replicare le deludenti performance di mercato dello scorso anno.
- I banchieri centrali si sono riuniti in occasione del forum della BCE a Sintra e hanno ribadito che la stretta proseguirà certamente. L'aumento di luglio operato dalla BCE era infatti considerato già assodato.
- I dati preliminari di giugno hanno mostrato come l'inflazione headline e core abbiano disatteso le previsioni di mercato.
- Negli Stati Uniti, la fiducia dei consumatori, i dati sugli alloggi e gli ordini di beni durevoli sono risultati tutti superiori alle attese, giustificando i toni aggressivi della Fed.
Dati ed eventi di questa settimana
- Questa settimana, l'attenzione sarà rivolta sulla pubblicazione del report sull'andamento del mercato del lavoro statunitense, che farà luce sulla continuativa solidità di quest'ultimo.
- Verrà pubblicato il dato sulle vendite al dettaglio per l'eurozona, che fornirà agli investitori un aggiornamento in merito alla sensibilità dei consumatori ai prezzi, ora che la stagione estiva è alle porte.
- Sempre nell'eurozona, il sondaggio della BCE sulle aspettative dell'inflazione dei prezzi al consumo sarà verosimilmente sotto i riflettori, considerato il rischio di timori di un ulteriore peggioramento.
- In Cina verranno pubblicati i dati sulle vendite di automobili, nel contesto di una campagna nazionale volta a promuovere gli acquisti di veicoli elettrici, con l'idea di fondo di sostenere la domanda nel più grande mercato automobilistico del mondo.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
- Nel corso del secondo semestre del 2023, ci aspettiamo un contesto di mercato meno favorevole rispetto al primo semestre, quando i mercati finanziari risultavano resilienti, sospinti da un migliore mix di crescita e inflazione rispetto a quanto previsto dal consenso all'inizio dell'anno.
- Nel mese di giugno, le banche centrali di Australia, Canada, Regno Unito, Norvegia, eurozona e Stati Uniti hanno proseguito con la stretta, operando aumenti dei tassi e utilizzando una retorica aggressiva.
- Il graduale rallentamento economico proseguirà e le banche centrali manterranno un approccio aggressivo, nonostante una stretta monetaria già di proporzioni inaudite nella storia recente.
- Il nostro scenario principale prevede una crescita lenta sia negli Stati Uniti che nell'eurozona. La portata del rischio di ribasso del mercato dipenderà dal rallentamento dell'economia. Nel nostro scenario centrale, dovrebbe limitarsi a un trading range rigido.
- Nell'eurozona, l'attesa nuova fase caratterizzata da una crescita economica più lenta e timori ciclici crescenti è già probabilmente cominciata. Il deterioramento nei dati economici è stato generalizzato. Dopo aver raggiunto il picco a febbraio, gli indicatori della sorpresa economica sono calati bruscamente in territorio negativo.
- Nei mercati emergenti, non si è materializzato alcuno slancio solido e sostenibile a fronte della riapertura in Cina. Chiaramente, questa non è la ripresa post-pandemia su cui il mondo stava scommettendo. Nel complesso, la regione dovrebbe comunque riscontrare un'accelerazione della crescita.
Rischi
- La più forte stretta monetaria degli ultimi quarant'anni ha determinato un significativo inasprimento delle condizioni finanziarie. Durante la primavera appena scorsa, negli Stati Uniti sono riemersi rischi per la stabilità finanziaria, che sembrano però essersi stabilizzati.
- A seguito dell'importante calo delle sorprese sul fronte della crescita in tutte le principali regioni all'infuori degli Stati Uniti, le previsioni stanno diventando meno incoraggianti.
- I mercati sembrano avere un ripensamento sul "tasso terminale" di diverse banche centrali, dato che l'operazione di contenimento dell'inflazione non risulta ancora verosimilmente conclusa. Di conseguenza, riteniamo che le prospettive di crescita siano orientate al ribasso.
Strategia cross-asset
- Manteniamo una posizione neutrale sulle azioni, considerato il potenziale di rialzo limitato. Per le azioni sembra già scontato un esito economico positivo con un atterraggio pressoché morbido, che limiterà pertanto ulteriori rialzi. Ci concentriamo a raccogliere il carry e manteniamo una duration leggermente lunga.
- Nell'ambito di un posizionamento neutrale sulle azioni, abbiamo le seguenti convinzioni:
- In termini di regioni, crediamo nei mercati emergenti, che dovrebbero beneficiare dei cicli economici e monetari in via di miglioramento rispetto ai mercati sviluppati.
- Abbiamo optato per un posizionamento azionario moderatamente più difensivo, mantenendo una sottoponderazione sulle azioni dell'eurozona a fronte di prezzi diventati a nostro parere troppo compiacenti.
- In questa fase del ciclo, prediligiamo i titoli difensivi rispetto a quelli ciclici, come ad esempio sanità e beni di consumo di base. Quest'ultimo dovrebbe garantire una certa stabilità: nessun impatto negativo risultante dalla guerra in Ucraina, carattere difensivo, scarsa dipendenza economica, innovazione e valutazioni interessanti. Il primo, invece, il potere di determinazione dei prezzi.
- A più lungo termine, prediligiamo le tematiche d'investimento correlate alla transizione energetica, a fronte del crescente interesse verso i settori legati al clima e all'economia circolare. Manteniamo la tecnologia nelle nostre convinzioni di lungo termine, perché ci aspettiamo che l'automazione e la robotica proseguano la loro ripresa dal 2022, sebbene a un ritmo ridotto.
- Nell'allocazione del reddito fisso, manteniamo un posizionamento leggermente lungo in termini di duration:
- Abbiamo una visione positiva sui titoli di Stato britannici e statunitensi. Da un lato, non ci aspettiamo che la Bank of England si spingerà fino al livello attualmente scontato dai mercati mentre, sull'altra sponda dell'Atlantico, non prevediamo da parte della Fed un allentamento tanto imminente quanto atteso da molti operatori.
- Optiamo per un sovrappeso sul credito investment grade: una solida convinzione sin dall'inizio del 2023, dato che carry e duration offrono una protezione e noi ci concentriamo sugli emittenti europei.
- Siamo più prudenti sulle obbligazioni High Yield, poiché l'inasprimento degli standard di credito dovrebbe fungere da ostacolo e, negli ultimi mesi, la protezione contro l'aumento dei default è diminuita.
- Siamo acquirenti di obbligazioni emergenti, che continuano a offrire il carry più interessante. L'atteggiamento accomodante delle banche centrali dovrebbe trasformarsi in un sostegno. Il posizionamento degli investitori è ancora moderato, a seguito dei deflussi del 2022. E non è previsto un rafforzamento dell'USD.
- Conserviamo un'esposizione ad alcune materie prime, tra cui l'oro, e a valute legate alle materie prime, come il dollaro canadese.
- Per ciò che riguarda la strategia valutaria, manteniamo una posizione long sullo yen giapponese (contro il dollaro statunitense), che costituisce una buona protezione in un potenziale ambiente di avversione al rischio.
- Su un orizzonte di medio termine, ci aspettiamo una buona performance da parte degli investimenti alternativi.
Il nostro posizionamento
La strategia azionaria complessiva è neutrale, con un approccio a bilanciere: sovrappeso sui mercati emergenti mitigato da un sottopeso sull'eurozona. Rimaniamo neutrali altrove. L'esposizione al mercato statunitense è associata a una strategia di protezione tramite derivati, dato che il sentiment, il posizionamento e la psicologia di mercato sono tesi. I mercati riflettono in misura crescente le nostre previsioni di un atterraggio morbido, limitando il potenziale di rendimento futuro. Di conseguenza, la nostra strategia di asset allocation "di fine ciclo" ruota attorno a settori difensivi, credito e lunga duration.