
Gennaio si è rivelato un mese impegnativo per gli investitori. La Fed ha sorpreso il mercato con una dichiarazione più aggressiva del previsto, anticipando le tempistiche per i rialzi dei tassi e la riduzione del suo bilancio. L'attenzione degli investitori si è repentinamente spostata dalle tre B del piano Build Back Better alle tre P di Powell, Putin e Prezzi.
La pressione sui tassi a breve termine si è tradotta in un'accelerazione della tendenza ribassista per i titoli growth con valutazioni elevate, iniziata nel quarto trimestre dello scorso anno. Nel corso del mese la maggior parte dei principali indici azionari ha perso terreno, con la Tecnologia e le Biotecnologie che sono state i fanalini di coda (con flessioni tra l'8 e l'11%). I mercati europei sono calati in minore misura grazie a una compagine più folta di titoli value, che hanno sovraperformato. Nel periodo le azioni di classe H hanno registrato aumenti nella fascia bassa dei valori a una cifra, poiché il mercato si aspetta un minore intervento del governo. A livello settoriale, i titoli energetici si sono messi in luce, sospinti dai prezzi più elevati delle materie prime.
All'inizio dell'anno i tassi hanno dominato la scena. La curva dei rendimenti statunitense si è appiattita, adeguandosi a un calendario rivisto del ciclo rialzista. I rendimenti nella parte anteriore della curva sono saliti di 40/60 pb, mentre gli incrementi per le scadenze dai 20 anni in su sono risultati modesti. I rendimenti sovrani europei hanno seguito la medesima tendenza.
HFRX Global Hedge Fund EUR ha reso il -1,49% nel corso del mese.
Azionari long/short (L/S)
L'attualità per la strategia ha ruotato intorno ai mediocri risultati dei gestori fondamentali long/short, che presentano una maggiore concentrazione ed esposizioni nette più ampie ai titoli growth nei settori IT e dei beni di consumo discrezionali, come pure ad alcuni segmenti nell'universo sanitario. La performance generata dai loro portafogli short non è stata sufficiente per compensare il forte calo degli investimenti long. Tuttavia, si è osservata una dispersione dei risultati molto più pronunciata all'interno della strategia. Nel complesso, le strategie Long-Short hanno esibito una discreta tenuta, cedendo tra l'1 e il 2%. Le strategie low net hanno retto bene, mentre i fondi orientati al segmento value hanno registrato uno dei migliori mesi in assoluto. Sebbene alcuni gestori con uno stile value si augurino che sia finalmente giunto il loro momento, a nostro parere è ancora prematuro trarre conclusioni definitive. Tuttavia, riteniamo che il mercato azionario tenderà a essere più volatile e oscillare nel range, offrendo opportunità di selezione dei titoli in una gamma di settori e stili più vasta. La persistente inflazione e i crescenti tassi saranno meno clementi sui modelli di business scadenti, alimentando la pipeline di posizioni short. Al contempo, la correzione priva di fondamento dei titoli legati all'emergere di una nuova economia ha penalizzato l'innovazione, offrendo migliori punti di ingresso per le società i cui prodotti e servizi sono meno sensibili all'aumento dell'inflazione.
Macro globali
L'indice della strategia ha reso in media -1,5% circa, in quanto il peso delle posizioni azionarie long ha frenato notevolmente la performance. Tuttavia, si osserva una dispersione dei rendimenti in base alle regioni e alle asset class. Difficile dire se i gestori discrezionali fondamentali abbiano sovraperformato le strategie sistematiche o viceversa, poiché i rendimenti medi hanno avuto tendenza a differire sensibilmente tra gli indici e i dati dei Prime Broker. Possiamo affermare che, nel complesso, le strategie diversificate hanno fornito una pregevole protezione contro i ribassi, mentre tra le strategie discrezionali fondamentali si annoverano i titoli con le migliori e le peggiori performance. Alcuni gestori, sorpresi dall'atteggiamento accomodante delle banche centrali prima delle dichiarazioni di gennaio sullo sfondo di un'economia USA in pieno slancio, hanno optato per posizioni short sul reddito fisso e long sul settore energetico, dalle quali sono giunti importanti contributi alla performance. Come già detto, stiamo assistendo a un progressivo disallineamento delle politiche monetarie in alcune delle principali regioni economiche. I premi al rischio degli asset evolvono in maniera generalizzata e i gestori macro dovrebbero essere in grado di sfruttare queste oscillazioni del mercato. Continuiamo a favorire i gestori opportunistici discrezionali che, grazie alle loro capacità analitiche e alla loro esperienza, sono in grado di generare profitti sfruttando le opportunità che si presentano nel mondo.
Strategie quantitative
Una pregevole dinamica per le strategie quantitative che, globalmente, si sono comportate bene in questo inizio anno. Per le strategie incentrate sui premi al rischio, sostenute dalla rotazione dai titoli growth a quelli value, si è trattato di uno dei migliori mesi. Sul fronte delle CTA, anche questo mese le negoziazioni di materie prime e reddito fisso hanno influito positivamente sulla performance. Le strategie quantitative multi-modello continuano a sfruttare a loro vantaggio la più intensa volatilità per generare solidi rendimenti. Queste ultime sono in genere strategie che offrono rendimenti più stabili in diversi contesti di mercato. Tuttavia, richiedono un elevato livello di risorse e, pertanto, sono appannaggio di pochi investitori.
Arbitraggio su reddito fisso
Data un'inflazione più elevata e persistente di quanto atteso dalle banche centrali, i movimenti sulla parte corta della curva dei rendimenti statunitense sono destinati a proseguire. A differenza dello scorso anno, gli operatori del reddito fisso presentano posizioni short secche o puntano a un appiattimento della curva, poiché la dinamica sulla parte lunga è più complessa. Il vigore dei dati economici e il cambio di tono delle banche centrali fanno emergere molte opportunità sul mercato del reddito fisso. A gennaio tutti i nostri gestori del reddito fisso hanno chiuso in territorio positivo e beneficiato di questo favorevole contesto.
Mercati emergenti
Il previsto ciclo rialzista della Fed non ha prodotto la consueta fuga verso la sicurezza, nell'ambito della quale gli investitori vendono asset dei ME sensibili al costo del debito in valuta forte a favore degli asset dei mercati sviluppati. Al contrario, gli asset più convenienti dei paesi esportatori di materie prime, che sfruttano i prezzi in ascesa e prospettive favorevoli ai settori ciclici grazie al recedere della pandemia, sembrano essere un valido arbitraggio. Le azioni dell'America Latina si sono comportate bene e le omologhe cinesi hanno tratto vantaggio dai minori interventi attesi del governo e da segnali di stimoli sul mercato immobiliare. Ovviamente, gli asset dell'Europa orientale e più nello specifico quelli russi sono stati duramente penalizzati dal rischio di una guerra.
Arbitraggio del rischio - Event driven
Poco da segnalare a gennaio per le strategie event driven. Pur conseguendo rendimenti contenuti, tali strategie hanno offerto un prezioso contributo relativo al mercato, in quanto hanno subito solo in misura molto lieve la correzione. Gli arbitraggi su fusioni sono leggermente calati, in seguito a un ampliamento dei rispettivi spread. Le special situation hanno faticato di più, poiché i loro investimenti tendono a essere meno coperti ed esposti a catalizzatori più deboli. Il settore non prevede nel 2022 una replica dell'attività record dello scorso anno, ma si aspetta una nutrita pipeline di accordi su cui investire capitale. L'aumento dei tassi d'interesse e la volatilità delle azioni sono fattori di rischio che dovranno essere presi in considerazione più seriamente in futuro, ma contribuiranno anche a mantenere spread più ampi e una strategia meno affollata. Esiste un elemento di ciclicità strutturale per questo settore; tuttavia, l'impatto del COVID-19 e i settori in fase di trasformazione strutturale continueranno a generare eventi societari che offrono ai gestori l'opportunità di investire capitale. Con gli investitori che cercano al momento diversificazione, gli arbitraggi su fusioni si prefigurano come uno strumento interessante, caratterizzato da una duration strutturalmente breve, in cui gli spread delle operazioni sono positivamente correlati agli aumenti dei tassi d'interesse.
Distressed
Per il momento, il contesto è relativamente calmo per le strategie relative ai titoli distressed. La volatilità osservata nei rendimenti sovrani non ha ancora avuto ripercussioni sugli spread societari, salvo situazioni specifiche. I gestori continuano a monetizzare le opportunità di investimento "stressed" occorse dopo la crisi del COVID-19 nel 2020. Le opportunità per la strategia restano modeste o limitate a settori specifici. Restiamo tuttavia attenti perché, con l'avvio del tapering da parte delle banche centrali e la risalita dei tassi, questa strategia potrebbe diventare più interessante. Privilegiamo le strategie esperte e diversificate per evitare di dover affrontare oscillazioni di volatilità estreme.