La scorsa settimana in sintesi
- L'indice PMI flash globale ha indicato una ripresa nel settore dei servizi che ha compensato l'indebolimento dell'industria manifatturiera.
- Negli Stati Uniti, il dato preliminare sul PIL del secondo trimestre ha evidenziato una crescita del 2,8% su base annua, in aumento rispetto all'1,4% del trimestre precedente e al di sopra del 2% previsto, trainato dalla spesa per i consumi.
- Nell'eurozona, il dato preliminare sulla fiducia dei consumatori è leggermente migliorato, a fronte della mitigazione dei timori politici in Francia e alle aspettative di una politica monetaria meno restrittiva.
- La Banca popolare cinese ha tagliato di 10 pb i tassi di riferimento per i prestiti a 1 e 5 anni, nel tentativo di rilanciare l'economia in seguito al rallentamento della crescita al 4,7% nel secondo trimestre.
Dati ed eventi di questa settimana
- Prosegue la stagione degli utili con le pubblicazioni di L’Oréal, Microsoft, Meta, Apple, Procter & Gamble, Marriott.
- Le riunioni e le comunicazioni delle banche centrali di Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e Brasile domineranno le notizie e aiuteranno gli investitori a valutare il ritmo e l'entità dell'allentamento della politica monetaria.
- Nella zona euro, l'attenzione si concentrerà sui dati preliminari relativi alla crescita del PIL di Spagna, Germania e dell'intera regione. Sono inoltre attese le pubblicazioni preliminari sull'inflazione e sul CPI, oltre che quelle finali sul PPI.
- Il report sull'andamento del mercato del lavoro statunitense, che include il numero totale di posti di lavoro aggiunti o persi nell'economia, il tasso di disoccupazione e la retribuzione media oraria, dovrebbe confermare il raffreddamento decretato dal presidente della Fed Jerome Powell.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
- In questa fase, il nostro scenario che prevede il picco dei tassi di interesse e un allentamento della politica monetaria da parte della Federal Reserve a settembre sta guadagnando terreno.
- Nonostante il rallentamento della crescita, gli utili e i profitti restano solidi. Negli Stati Uniti, le previsioni di crescita sono sempre più influenzate da fattori politici. La crescita dell'UE dipende da una ripresa dell'attività dei consumatori, mentre quella della Cina resta contenuta.
- Il raffreddamento dell'inflazione - e dell'inflazione core - rappresenta uno sviluppo globale sincronizzato. Le favorevoli notizie sul fronte inflazionistico (ossia un calo) pongono anche le basi per un taglio dei tassi d'interesse da parte delle banche centrali europee (ad es. BCE, BoE, BNS, Riksbank) nel terzo trimestre. Poiché diverse banche centrali dei mercati emergenti hanno già iniziato a ridurre i tassi dal 2023, il tanto atteso ciclo di allentamento globale è alle porte.
Rischi
- In prospettiva, occorre vigilare su eventuali decisioni politiche dalle quali scaturirebbero maggiori dazi e un mercato del lavoro più rigido negli Stati Uniti, che in ultima analisi trainerebbero nuovamente al rialzo l'inflazione.
- Un potenziale cambiamento alla Casa Bianca, nel caso di una seconda presidenza di Donald Trump, e la ridefinizione delle priorità della politica economica statunitense potrebbero influenzare la velocità e la portata dell'allentamento monetario.
- Le recenti elezioni lampo hanno posto la Francia in una situazione senza precedenti: è necessario formare una coalizione per garantire la stabilità politica in un contesto caratterizzato da uno spazio fiscale limitato per il potenziamento dell'offerta. Nel corso del prossimo anno, prevediamo un rischio di declassamento o un outlook negativo in tutti gli scenari, dato che il rapporto debito/PIL sta aumentando.
- In Cina, l'attività economica resta fragile e l'andamento dei prezzi continua a essere deflazionistico, mentre la fiducia dei consumatori rimane bassa. Ulteriori dazi potrebbero compromettere il proseguimento della ripresa.
- Rispetto all'outlook della crescita globale, i rischi geopolitici restano orientati al ribasso a fronte dell'evolversi della situazione nel Medio Oriente e del protrarsi della guerra in Ucraina.
Strategia cross-asset
- Sebbene gli ultimi sviluppi politici su entrambe le sponde dell'Atlantico invitino alla cautela, le future mosse delle banche centrali delineano un quadro favorevole per i mercati azionari sviluppati.
- Manteniamo una leggera sovraponderazione su Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, ma siamo neutrali sulle azioni dell'eurozona:
- Negli Stati Uniti, la stagione degli utili del secondo trimestre risulta favorevole, ma i dati dei report del settore tecnologico non sono paragonabili a quelli dei trimestri precedenti. Ci siamo quindi garantiti profitti soddisfacenti e neutralizzato l'allocazione sul settore.
- Nel Regno Unito, le valutazioni rimangono interessanti, con un potenziale di espansione dei multipli e la BoE pronta a tagliare i tassi d'interesse.
- In Giappone, l'uscita dalla deflazione pluridecennale e i frutti delle riforme della corporate governance dovrebbero compensare una banca centrale meno accomodante.
- Nell'eurozona, mentre i rischi di coda in Francia sono diminuiti, la vittoria a sorpresa dell'alleanza di sinistra e un parlamento senza maggioranza assoluta implicano incertezza politica. Un premio di rischio più elevato resta quindi giustificato.
- Nell'allocazione al settore azionario:
- Ci concentriamo sulle small cap statunitensi e paneuropee. Negli Stati Uniti, il segmento dovrebbe beneficiare dell'ampliamento degli utili, che alimenta l'attuale rotazione. In Europa, la ripresa della spesa per i consumi e le politiche monetarie più accomodanti dovrebbero costituire un vantaggio.
- Negli Stati Uniti, abbiamo una visione sempre più costruttiva sulla sanità. Gli utili del secondo trimestre indicano che la normalizzazione dei sovraprofitti legati al COVID, dovuti allo smaltimento delle scorte in eccesso e alla domanda di prodotti specifici per il COVID, è in gran parte completa.
- Nell'allocazione del reddito fisso, le obbligazioni sicure rappresentano un investimento interessante, a fronte dell'allentamento monetario e dell'incertezza politica in crescita, mentre riteniamo vi sia poco spazio per un'ulteriore contrazione degli spread di credito:
- Privilegiamo il carry agli spread, con particolare attenzione agli emittenti di qualità: conserviamo un orientamento long in termini di duration tramite Germania e Regno Unito.
- Siamo al momento neutrali sulla duration statunitense.
- Deteniamo un'esposizione relativamente ridotta alle obbligazioni sovrane dei mercati emergenti in presenza di spread particolarmente ristretti.
- Restiamo neutrali sulle obbligazioni investment grade e high yield, indipendentemente dalla regione degli emittenti.
- Nell'ambito della nostra strategia sul mercato valutario, nonostante l'attuale volatilità, manteniamo un atteggiamento positivo sulle valute legate alle materie prime.
- Ci aspettiamo una buona performance degli investimenti alternativi, poiché presentano un certo livello di decorrelazione rispetto agli asset tradizionali, e manteniamo un'allocazione sull'oro.
Il nostro posizionamento
Con una visione costruttiva sui mercati azionari sviluppati e tenendo conto del rischio politico, il nostro posizionamento è di leggera sovraponderazione sulle azioni di Stati Uniti, Giappone ed Europa ex-UEM, mentre siamo cauti e rimaniamo neutrali sull'UEM. Ci manteniamo inoltre neutrali sulle azioni dei mercati emergenti finché non riscontreremo una ripresa nella fiducia dei consumatori.
Con gli utili del settore tecnologico statunitense che hanno deluso gli investitori e sono diventati più vulnerabili alle tensioni tra Cina e Stati Uniti, non possiamo che riconoscere l'attuale rotazione negli Stati Uniti. Abbiamo quindi ridotto la nostra esposizione alla tecnologia, assumendo un atteggiamento più costruttivo sul settore sanitario statunitense. Abbiamo inoltre aggiunto small e mid cap statunitensi alla nostra allocazione esistente in questo segmento. Sul fronte del reddito fisso, abbiamo una visione positiva sulla duration dei paesi europei core come bene rifugio e sulla duration del Regno Unito. L'obiettivo è quello di beneficiare del carry in un contesto di raffreddamento dell'inflazione e in attesa dei tagli dei tassi da parte della BCE e della BoE. Per ciò che riguarda il credito, rimaniamo neutrali su high yield e debito emergente, in presenza di spread particolarmente ristretti e di un dollaro forte.