La scorsa settimana in sintesi
- Il report sull'andamento del mercato del lavoro statunitense di dicembre ha evidenziato l'aggiunta di 256.000 salari non agricoli, mentre la disoccupazione è rimasta a quota 4,1%. L'USD e il rendimento decennale statunitense sono cresciuti.
- I verbali di dicembre del FOMC già segnalavano timori di inflazione, indicando le politiche doganali di Trump come potenziale fattore di aumento dei costi di importazione.
- Per altro, le aspettative di inflazione a lungo termine dei consumatori statunitensi sono balzate ai massimi dal 2008, a fronte di timori simili in merito all'entrante amministrazione Trump.
- Nell'eurozona, l'inflazione primaria ha segnato un rimbalzo, trainata dall'aumento dei prezzi dell'energia dovuto all'indebolimento dell'euro, all'aumento dei costi del carburante e a una riduzione delle scorte di gas più rapida del solito. Nel frattempo, l'inflazione dei beni si è attestata in territorio prossimo allo zero, mentre quella degli alimenti è rimasta stabile al 2,7%.
- La Cina ha continuato a subire pressioni deflazionistiche nonostante gli sforzi volti a rilanciare i consumi, mentre le mosse audaci della banca centrale si scontrano con i limiti evidenziati dalla sospensione degli acquisti di obbligazioni.
Dati ed eventi di questa settimana
- I mercati si concentreranno sull'inflazione, con il PPI, il CPI e le vendite al dettaglio degli Stati Uniti che forniranno indicazioni cruciali in merito, oltre che sulla spesa dei consumatori. Questi dati sono infatti fondamentali per consolidare la scelta ampiamente attesa del FOMC di lasciare invariati i tassi a gennaio, mentre una forza al rialzo ridurrebbe ulteriormente la probabilità di un eventuale taglio a marzo.
- I dati del PIL del quarto trimestre riveleranno gli effetti delle recenti misure politiche implementate dalla Cina allo scopo di stabilizzare la crescita.
- Nell'eurozona, la Banca centrale europea pubblicherà i verbali della riunione di dicembre, mentre il nuovo Primo Ministro francese François Bayrou presenterà la dichiarazione di politica generale, comprese le previsioni di bilancio per il 2025.
- Negli Stati Uniti, la stagione degli utili si aprirà con le relazioni delle società finanziarie, tra cui JPMorgan, Goldman Sachs e Blackrock. Anche la relazione di TSMC sarà seguita con attenzione, poiché rifletterà le dinamiche del settore dei semiconduttori.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
La crescita globale è allineata alle aspettative, ma persistono disparità a livello regionale.
- Negli Stati Uniti, la solida attività economica continua a essere sostenuta da utili aziendali resilienti e da prospettive ottimistiche alimentate da politiche interne di sostegno.
- L'Europa si trova a far fronte a una crescita lenta e a prospettive di guadagno limitate, ostacolate da problemi strutturali e dalla continua incertezza politica nelle principali economie.
- Per ciò che riguarda i mercati emergenti, la debolezza dei consumi e le pressioni deflazionistiche in Cina compromettono gli sforzi per raggiungere l'obiettivo di crescita del 5%, mentre l'intera regione è alle prese con la duplice pressione dei dazi statunitensi e del dollaro forte.
Rischi
- Le tensioni geopolitiche e l'imprevedibilità delle politiche commerciali e delle relazioni diplomatiche comportano rischi significativi per la stabilità del mercato.
- L'incertezza che circonda la presidenza di Donald Trump, in particolare per quanto riguarda dazi, tassazione e deregolamentazione, crea un panorama politico complesso e volatile per gli investitori.
- Le politiche divergenti delle banche centrali di tutto il mondo potrebbero esacerbare la volatilità dei prezzi degli asset, indotta dalle diverse traiettorie dell'inflazione e dalle differenti strategie monetarie.
Strategia cross-asset
- Le nostre prospettive per le azioni sono ampiamente positive.
- Soprattutto negli Stati Uniti, grazie alla solida crescita economica e alla resilienza degli utili societari.
- Ci concentriamo in particolare sui settori ciclici, che dovrebbero beneficiare delle politiche nazionali.
- Le azioni europee restano invece sottopesate a causa del limitato potenziale di crescita degli utili, delle problematiche strutturali e dell'incertezza politica.
- La posizione sul Giappone è neutrale.
- I mercati emergenti offrono opportunità selettive, in particolare dove le valutazioni risultano interessanti, ma queste regioni devono affrontare le difficoltà rappresentate dai dazi statunitensi e dal dollaro forte, che potrebbero attenuare i guadagni.
- Nel reddito fisso:
- Manteniamo una duration corta sugli Stati Uniti, a causa dei timori per le potenziali pressioni inflazionistiche legate alle incertezze politiche per la nuova amministrazione.
- Preferiamo una duration lunga sulla Germania e il credito europeo, sostenuto da un contesto favorevole in termini di tassi d'interesse e crescita. Le obbligazioni europee fungono anche da copertura, data la loro correlazione negativa con le azioni in un contesto disinflazionistico.
- Gli investimenti alternativi svolgono un ruolo fondamentale nella diversificazione del portafoglio:
- L'oro è favorito per le sue qualità protettive contro la volatilità dei mercati e i rischi geopolitici, nonostante la recente pressione esercitata dal rafforzamento del dollaro e dall'aumento dei tassi di interesse reali statunitensi.
- Per ciò che riguarda le valute, i tassi di cambio rimarranno un punto focale nelle discussioni commerciali e nelle dinamiche di mercato generali:
- Le prospettive per il dollaro statunitense restano complesse, in quanto le dinamiche politiche interne possono sia sostenere che limitare il suo apprezzamento. Per ora, manteniamo una posizione lunga sull'USD.
- Lo yen giapponese potrebbe apprezzarsi in risposta alla stabilizzazione economica globale e al suo status di bene rifugio.
Il nostro posizionamento
La nostra asset allocation si basa su uno scenario di atterraggio morbido per la crescita globale, mentre le principali banche centrali hanno inaugurato un nuovo ciclo di allentamento monetario e faranno quanto necessario per sostenere l'attività economica. La Cina, da parte sua, sta implementando sempre più misure e ha inviato un segnale forte: le autorità vogliono avvicinarsi all'obiettivo di crescita del 5%. Il rischio principale per questo scenario è l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca la prossima settimana, in quanto non è ancora chiaro quali delle sue numerose promesse elettorali - dazi, immigrazione, tagli alle tasse e deregolamentazione - saranno effettivamente attuate. Una posizione rigida sull'immigrazione e sui dazi potrebbe compromettere queste prospettive favorevoli e comporterebbe un indebolimento della crescita globale e un aumento dell'inflazione. Per contro, una versione più morbida delle sue politiche non pregiudicherebbe in modo significativo le nostre previsioni complessive di crescita e inflazione.