Coffee Break

Donald J. Trump 2.0

Coffee Break :
  • Settimana

La scorsa settimana in sintesi

  • Donald Trump si è aggiudicato le elezioni presidenziali, aumentando le probabilità di una netta vittoria repubblicana su tutti i fronti, dato che il suo partito potrebbe ottenere anche la maggioranza della Camera dei rappresentanti.
  • Nonostante le incertezze derivanti dalla vittoria elettorale di Donald Trump, Stati Uniti, Regno Unito e Svezia hanno tagliato i tassi di interesse.
  • La Cina ha fornito un'ancora di salvezza alle amministrazioni locali con l'emissione di altri 840 miliardi di dollari di obbligazioni in tre anni, puntando così a ridurre i rischi sistemici legati al rallentamento della propria economia.
  • La scomoda coalizione tedesca a tre è crollata, lacerata da visioni diverse sul modo in cui stimolare l'economia in crisi del paese.

 

Dati ed eventi di questa settimana

  • I mercati digeriranno il risultato delle elezioni statunitensi e le sue probabili implicazioni politiche.
  • Nell'eurozona, la stima del tasso di crescita del PIL e i dati preliminari sui cambi di occupazione manterranno l'attenzione sui fondamentali della regione.
  • Negli Stati Uniti, si attendono la pubblicazione dei dati relativi a CPI, PPI e vendite al dettaglio, oltre alle dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell e di diversi altri membri della Fed.
  • In Azerbaigian, avrà inizio la conferenza sul clima COP 29, che si protrarrà per due settimane e si concentrerà su un nuovo accordo per il finanziamento dei paesi più poveri, mentre il presidente eletto Donald Trump intende ritirare gli Stati Uniti dall'accordo di Parigi.


Convinzioni di investimento

Scenario di base

  • L'economia degli Stati Uniti si trova in una fase ottimale: la crescita accelera, l'inflazione cala, la Federal Reserve allenta la politica monetaria e si prevede una spesa imponente da parte del presidente eletto Donald Trump.
  • Nel frattempo, il resto del mondo è preoccupato per la geopolitica, il potenziale aumento dei dazi con gli Stati Uniti e la crescita. La crescita economica in Cina necessita di un ulteriore sostegno, che sarebbe gradito anche nell'eurozona. Il taglio dei tassi della BCE dovrebbe essere d'aiuto.
  • L'inflazione si sta raffreddando a un ritmo simile tra le varie regioni, anche se l'attività sembra aver cambiato passo solo negli Stati Uniti, mentre la Cina, all'estremo opposto, resta in deflazione.

 

Rischi

  • Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca comporta il rischio di un aumento significativo dei dazi doganali, di un'applicazione più severa delle norme sull'immigrazione e di un'inflazione superiore al 4%, che potrebbe indurre la Federal Reserve a modificare il proprio percorso rispetto ai tassi d'interesse, portando potenzialmente a una recessione entro il 2026. Nei giorni e nelle settimane a venire, due variabili chiave da monitorare saranno i tassi statunitensi e la traiettoria del dollaro.
  • Al di là delle azioni statunitensi, tali politiche, e nuovi dazi commerciali, avrebbero un effetto a catena sui mercati globali.
  • I rischi geopolitici continuano a rappresentare una minaccia per la crescita globale e i prezzi dell'energia, in particolare a fronte delle continue tensioni in Medio Oriente e della guerra in Ucraina.

 

Strategia cross-asset

  1. La nostra allocazione resta orientata verso gli asset rischiosi statunitensi, dato che il contesto fondamentale dovrebbe rimanere più costruttivo, soprattutto con l'attività che continua a crescere in modo solido.
  2. Gli asset statunitensi comprendono il mercato generale, le small e mid cap e i titoli finanziari che beneficiano dei tagli fiscali e della deregolamentazione. Conserviamo inoltre una posizione long sul dollaro statunitense.
  3. Rispetto alla nostra strategia regionale, abbiamo:
    • Una visione negativa sui titoli azionari dell'eurozona, per ragioni fondamentali e considerando che l'elezione di Donald Trump pone ulteriori rischi di ribasso per la regione.
    • Una visione più incerta sui mercati emergenti, che dipenderà dalle misure adottate dalla nuova amministrazione statunitense, dalla loro sequenza e da eventuali ulteriori stimoli in Cina.
    • Una visione neutrale delle azioni giapponesi.
  4. Per ciò che riguarda l'allocazione al settore azionario:
    • Siamo acquirenti di immobili europei, che dovrebbero beneficiare di tassi di interesse più bassi.
    • Siamo più costruttivi sui settori ciclici come i finanziari e gli industriali, mantenendo sanità e tecnologia come partecipazioni core.
  5. Per quanto concerne l'allocazione al reddito fisso:
    • I titoli di Stato europei sono un investimento interessante a fronte del recente rialzo dei rendimenti, in quanto offrono carry e copertura, pertanto manteniamo una sovraponderazione sulla duration europea dato che l'economia sta già affrontando alcuni rischi di ribasso.
    • Rimaniamo cauti rispetto alla duration statunitense.
    • Preferiamo mantenerci neutrali sui mercati del credito, che hanno già registrato un forte rialzo. Anche se le aziende godranno di una tassazione più bassa, la volatilità dei tassi potrebbe innescare un'inversione dell'attuale supporto tecnico.
    • Il credito europeo subirebbe ulteriori venti contrari, essenzialmente a causa dei settori manifatturieri trainati dalle esportazioni.
  6. Manteniamo un'allocazione sugli investimenti alternativi e sull'oro.

 

Il nostro posizionamento

Nel breve termine, siamo pronti ad affrontare l'aumento della volatilità dei mercati e continuiamo a privilegiare le azioni statunitensi all'interno di un portafoglio bilanciato, prestando particolare attenzione ai tassi d'interesse negli Stati Uniti e alla traiettoria del dollaro.
Guardando al medio termine, la tendenza globale all'allentamento monetario (attualmente perseguita dalla maggior parte delle economie sviluppate) continuerà a svolgere un ruolo significativo, ma lo stesso varrà anche per il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. L'impatto del suo programma politico, a seconda che venga attuato in modo moderato/morbido o significativo/duro, sarà fondamentale sia per gli Stati Uniti che per i mercati globali.
Siamo negativi sulle azioni dell'eurozona e ancora indecisi sulle azioni dei paesi emergenti. Manteniamo una sovraponderazione sulla duration europea, tenendoci però cauti su quella statunitense. Rimaniamo neutrali sul credito.

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