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I mercati emergenti possono essere sostenibili?
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Quali difficoltà riscontrate nell’analisi ESG dei mercati emergenti?
Il problema dell’investimento sostenibile nei mercati emergenti è la mancanza di trasparenza e di dati, aggravata dalle barriere linguistiche e da un accesso limitato. Questo deriva dalle differenze culturali, dalla relativa immaturità dei mercati finanziari dei ME e dal loro pregresso. Inoltre, troviamo che le società mercati emergenti affrontano sfide ESG fondamentalmente diverse quando si tratta di Governance. Controlliamo quindi il livello generale degli standard di Governance, ma dobbiamo prestare molta attenzione anche alle strutture di proprietà, dato che molte società mercati emergenti sono controllate solo da pochi azionisti.
L’Europa e gli USA sono soggetti a un maggior numero di requisiti finanziari in generale, e a requisiti sempre più rigorosi in tema di trasparenza dei dati ESG. Anche i mercati emergenti iniziano a muoversi in questo senso, ma sono ancora indietro. Siamo tuttavia dell’avviso che, per quanto attiene al fattore trasparenza, si metteranno al passo entro pochi anni.
È possibile effettuare una valutazione ESG per le società dei mercati emergenti?
Candriam incorpora l’analisi ESG nel processo di investimento sin dal 1996. Pur essendo un approccio possibile anche per l’azionario dei ME, fi no a quando non saranno a disposizione gli stessi dati, le informazioni sono insufficienti per applicare gli stessi metodi impiegati per le società dei mercati sviluppati. Nel 2008 abbiamo sviluppato una metodologia ESG in tre fasi specifica per le società dei ME, che comprende un controllo delle attività controverse, un’analisi basata su norme e uno screening della governance.
Da dove cominciate?
Valutiamo il grado di coinvolgimento in attività controverse[1], come armamenti, tabacco, carbone e attività in Paesi caratterizzati da regimi oppressivi. Successivamente[2] valutiamo se l’azienda è allineata con gli standard accettati su scala internazionale. Escludiamo ad esempio le società che non rispettano i dieci principi del Global Compact delle Nazioni Unite, ad esempio in materia di diritti umani, lavoro, ambiente e lotta alla corruzione. In terzo luogo analizziamo la corporate governance, valutando i diritti degli azionisti e l’indipendenza del CdA. Le società dei ME sono sempre più disposte a dialogare con i loro investitori e quelle caratterizzate da una governance migliore sono più aperte a incorporare le strategie di business ambientali e sociali nei loro piani di crescita.
Qual è il metro di valutazione?
Puntiamo a un’impronta di carbonio per il nostro portafoglio Sustainable EM Equity inferiore di almeno il 30% rispetto all’indice. La nostra rete di analisti ESG in-house, istituita nel 2005, calcola un punteggio ESG per ciascuna società inserita nel benchmark. Ci adoperiamo affinché il nostro portafoglio Sustainable EM Equity mantenga un punteggio ESG superiore a quello del benchmark.
In che modo individuate le opportunità di investimento per i portafogli?
Il nostro processo combina tra loro due approcci unici. In primo luogo il nostro approccio proprietario all’analisi ESG delle società dei mercati emergenti, al fine di sviluppare l’universo sostenibile dei ME. Il nostro processo di investimento dedicato all’azionario dei mercati emergenti unisce un approccio tematico che definisce le tendenze favorevoli e le opportunità di crescita con l’analisi dei fondamentali finalizzata a individuare le società di qualità che hanno prezzi interessanti caratterizzate da una crescita solida e mantenibile. Tra le tendenze favorevoli che incorporiamo vi sono i cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse, la sanità, i cambiamenti demografici, le economie in via di sviluppo e l’interconnettività internazionale.
In che modo mantenete la diversificazione nel portafoglio?
Costruiamo portafogli che comprendono circa 100[3] nomi a elevata convinzione mantenendo al contempo un’ampia diversificazione per Paese, settore, singole società e temi. Siamo in grado di raggiungere questo risultato grazie alla solidità dei nostri team multidisciplinari. Il nostro team esperto e dedicato ai ME vanta un track record di quasi due decenni. Uniamo le competenze del nostro Team azionario dei ME con quelle del nostro Team ESG, anch’esso costituito nel 2005. Riteniamo che il nostro peculiare punto di forza sia l’integrazione del nostro approccio di selezione tematica nei mercati emergenti con la nostra metodologia ESG proprietaria.
Perché questa strategia dovrebbe interessare gli investitori?
Questa strategia ha un impatto positivo sull’ambiente, aiuta a rafforzare gli standard sociali e incoraggia un approccio responsabile al processo decisionale aziendale. Consente di esporre gli investimenti a cinque tipologie di soluzioni chiave: cambiamento climatico, risorse e rifiuti, digitalizzazione e innovazione, stile di vita sano e benessere, cambiamenti demografici. Focalizzandosi sugli emittenti che sono meglio posizionati per gestire sfide e opportunità ESG, il nostro approccio all’investimento responsabile ci consente di ottimizzare il profilo di rischio/rendimento del portafoglio, di beneficiare delle tendenze macro che interessano tutti gli investitori e di offrire un contributo positivo alle sfide ambientali e sociali su scala globale.
Gli investitori sono sempre più orientati a porre le considerazioni ESG al centro delle loro decisioni di investimento. Questa strategia dovrebbe interessare gli investitori che applicano i criteri ESG ai propri portafogli dedicati ai mercati sviluppati e desiderano fare lo stesso con i loro investimenti nei mercati emergenti. Se da un lato alcuni investitori istituzionali svolgono i loro screening ESG su mercati più ampi, potrebbero non disporre dell’esperienza e delle competenze necessarie per l’analisi ESG delle società dei mercati emergenti. La strategia risponde in particolare alle esigenze degli investitori che operano in giurisdizioni in cui sono obbligati a comunicare il proprio impatto sostenibile.
In che modo bilanciate sostenibilità e performance dell’investimento?
In Candriam siamo dell’opinione che la sostenibilità generi una buona performance di investimento. A nostro avviso, valutare i criteri ESG aiuta gli investitori a individuare gli indicatori non finanziari che possono incrementare il valore a lungo termine, e aiuta ad evitare incidenti.
La conclusione? Il nostro obiettivo è generare alfa, avvalendoci della nostra analisi ESG e del nostro processo di selezione finanziaria e tematica.
I mercati emergenti possono essere sostenibili?
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Metodologie innovative sono necessarie per applicare l’approccio ESG (criteri ambientali, sociali e di governance) ai mercati emergenti, spiegano Paulo Salazar, Galina Besedina e Vivek Dawan.
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I principali rischi della strategia sono
- Rischio di perdita di capitale:
L’investitore non beneficia di alcuna garanzia sul capitale investito nel comparto interessato; è possibile che il capitale investito non gli venga interamente restituito.
- Rischio di cambio:
Il rischio di cambio deriva dagli investimenti diretti del comparto e dai sui interventi sugli strumenti finanziari a termine, con conseguente esposizione a una valuta diversa da quella di valorizzazione del comparto. Le variazioni del tasso di cambio di questa valuta rispetto a quella di valorizzazione del comparto possono influire negativamente sul valore degli attivi in portafoglio.
- Rischio di investimento ESG:
Gli obiettivi extra-finanziari presentati in questo documento si basano su ipotesi fatte da Candriam. Tali ipotesi fanno riferimento ai modelli di rating ESG proprietari di Candriam, la cui attuazione richiede l’accesso a diversi dati quantitativi e qualitativi, a seconda del settore esatto e delle attività di una data azienda. La disponibilità, la qualità e l’affidabilità di questi dati possono variare, e quindi influenzare i rating ESG di Candriam.
- Rischio legato alle azioni:
Alcuni comparti possono essere esposti al rischio dei mercati azionari (tramite valori mobiliari e/o prodotti derivati). Tali investimenti, che comportano un’esposizione all’acquisto o alla vendita, possono esporre al rischio di perdite consistenti. Una variazione del mercato azionario in senso inverso rispetto alle posizioni potrebbe comportare rischi di perdita e causare una diminuzione del valore netto d’inventario del comparto.
- Rischio legato ai paesi emergenti:
Le oscillazioni di questi mercati possono essere più accentuate e più rapide di quelle che caratterizzano i mercati sviluppati, il che può provocare un calo sostanziale del valore netto d’inventario in caso di movimenti contrari alle posizioni acquisite. La volatilità può essere indotta da un rischio globale del mercato o essere scatenata dalle vicissitudini di un solo titolo. Rischi di concentrazione settoriale possono inoltre prevalere su alcuni mercati emergenti. Tali rischi possono essere causa dell’aumento della volatilità. I paesi emergenti possono presentare incertezze politiche, sociali, legali e fiscali o legate ad altri eventi in grado di influire negativamente sui comparti che investono in essi. Inoltre, i servizi locali di depositario o sub-depositario rimangono sottosviluppati in molti paesi non membri dell’OCSE e in taluni paesi emergenti, e le operazioni effettuate in questi mercati sono soggette a taluni rischi di transazione e di conservazione. In alcuni casi, il fondo può non essere in grado di recuperare completamente o in parte il suo patrimonio o può esporsi a ritardi di consegna per recuperare il patrimonio.
I rischi elencati non sono esaustivi e ulteriori dettagli sui rischi sono disponibili nei documenti normativi.