La ripresa sta guadagnando slancio in tutto il mondo grazie a vari fattori di supporto. La campagna vaccinale è in corso con notevoli miglioramenti negli Stati Uniti e nel Regno Unito, mentre l'Eurozona risulta ancora in ritardo. Le banche centrali mantengono toni accomodanti, riaffermando la volontà di tenere bassi i tassi ufficiali nei prossimi anni e continuando ad acquistare obbligazioni sovrane e corporate. I governi, in particolare quello statunitense, hanno annunciato massicci piani di investimento, che dovrebbero contribuire a garantire la crescita nel lungo termine. Le famiglie dispongono di una massiccia quantità di risparmi che trainerà i consumi.
A marzo, quindi, i principali indicatori economici hanno evidenziato una ripresa globale nella produzione, anche nei Paesi in cui la distribuzione dei vaccini risulta ancora in ritardo. I sondaggi ISM hanno mostrato basi solide che fanno ben sperare per la crescita futura. A sorpresa, il segmento dei servizi è migliorato anche nei Paesi in cui le restrizioni alla mobilità rimangono in vigore. La riapertura globale dovrebbe essere in fase avanzata entro l'estate, almeno nei Paesi sviluppati, data l'accelerazione nella distribuzione dei vaccini.
La normalizzazione è in corso
Gli investitori hanno sfruttato il reflation trade. La curva dei rendimenti è tornata a irripidirsi, più negli Stati Uniti che in altri Paesi, dove i piani fiscali e la campagna vaccinale non sono così dinamici.
Il segnale più significativo è dato dalla crescita delle aspettative d'inflazione a medio termine, poiché le banche centrali non temono un picco di inflazione nel breve termine. Come previsto, gli spread fra i rendimenti statunitensi e quelli europei o giapponesi si sono notevolmente ampliati.
La rotazione azionaria verso i temi "ciclici" e "value" ha dato buoni risultati. Il settore bancario europeo ha chiaramente beneficiato di tale contesto.
Le azioni USA, in particolare l'SP500, hanno evidenziato una solida performance. Il dollaro USA ha guadagnato terreno per il terzo mese consecutivo sulla scia delle aspettative di crescita economica più elevate nella regione.
La nostra previsione
In un contesto di crescita sostenibile e massiccio sostegno monetario, dovrebbero proseguire le recenti tendenze evidenziate nei rendimenti nonché la rotazione verso i titoli value. Tuttavia, la storia indica che questa fase solitamente coincide con una migliore performance dei mercati azionari che non appartengono all’area USA, dato le loro caratteristiche cicliche e value. La crescita degli Stati Uniti va generalmente a beneficio del resto del mondo, in particolare del Giappone.
Rischi per questo scenario sempre più positivo
A marzo si sono dissipate molte incertezze, ma permangono alcuni rischi.
Quelli associati all'efficienza dei vaccini contro le nuove varianti non sono completamente venuti meno. In alcuni Paesi emergenti i vaccini scarseggiano, con conseguenti ritardi nella riapertura globale.
Altro rischio è rappresentato dall'aumento incontrollato dei rendimenti obbligazionari che potrebbe essere innescato da uno shock della domanda e dal surriscaldamento della crescita. I dati sull'inflazione negli USA relativi al secondo trimestre desteranno interesse poiché i crescenti timori degli investitori potrebbero indurre una correzione azionaria.
Tra l'Occidente, la Cina e la Russia potrebbero insorgere tensioni geopolitiche. La nuova amministrazione USA sembra preferire un approccio più diplomatico, ma potrebbe adottare una posizione più dura nel lungo termine.
La nostra attuale strategia multi-asset
Rimaniamo sovrappesati sulle azioni e orientiamo il portafoglio verso il reflation trade.
Abbiamo quindi un sovrappeso sulle azioni europee con una preferenza per le small e mid cap, sulle azioni dei mercati emergenti con un crescente interesse per l'America Latina (in ritardo rispetto a quanto accaduto dopo il picco della crisi), sulle small e mid cap USA nonché sulle banche globali (settore che solitamente beneficia dell'aumento dei tassi). Siamo in sovrappeso sulle azioni giapponesi rispetto a quelle statunitensi.
Sul fronte obbligazionario, restiamo sottopesati sui titoli di Stato, ma con una preferenza per quelli tedeschi e italiani rispetto a quelli USA. Manteniamo una posizione long sulle materie prime che dovrebbero ancora beneficiare della ripresa della domanda.
In Europa abbiamo ridotto tatticamente l'esposizione sul settore bancario a vantaggio del food and beverage. Abbiamo ottenuto prese di profitto nell'esposizione allo spread tra i rendimenti statunitensi e quelli europei. Abbiamo modificato la strategia long sull'SP500 favorendo le azioni giapponesi.