Coffee Break

Le banche centrali nella tempesta dei dazi

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  • Settimana

La scorsa settimana in sintesi

  • I mercati finanziari hanno vissuto una settimana tumultuosa, caratterizzata da una guerra commerciale totale tra Stati Uniti e Cina e da una drammatica perdita di fiducia negli asset statunitensi come ancore di stabilità del mercato.
  • L'indagine preliminare di aprile sul sentiment dei consumatori statunitensi e sulle aspettative di inflazione ha rivelato un nuovo netto peggioramento, con le attese sui prezzi che sono salite al livello più alto dal 1981.
  • I prezzi statunitensi al consumo e alla produzione di marzo sono risultati inferiori alle attese, ma questo prima dell'annuncio dei nuovi dazi.
  • La stagione degli utili del primo trimestre del 2025 è cominciata con le relazioni delle principali banche. Il CEO di JPMorgan Chase Jamie Dimon ha preannunciato l'arrivo di “notevoli turbolenze” per l'economia statunitense.

Dati ed eventi di questa settimana

  • Le decisioni di politica monetaria della Banca centrale europea, della Banca del Canada e della Banca di Corea, nonché le reazioni alle tensioni commerciali e agli sconvolgimenti valutari saranno monitorate con particolare attenzione.
  • Tra i principali dati macroeconomici figurano le vendite al dettaglio e la produzione industriale statunitensi di marzo, il PIL cinese del 1° trimestre, l'inflazione del Regno Unito e del Giappone e il sondaggio tedesco condotto dall'istituto ZEW. Tuttavia, le notizie relative al commercio potrebbero avere una maggiore eco rispetto al loro effettivo impatto sul mercato.
  • La stagione degli utili del primo trimestre prosegue con le relazioni delle principali banche (Goldman Sachs, Citigroup, Bank of America), delle aziende del settore tecnologico e sanitario (Netflix, TSMC, ASML, Johnson & Johnson) e delle società finanziarie come Blackstone e American Express.
  • L'attenzione sarà rivolta anche all'incontro tra il presidente degli Stati Uniti Trump e la premier italiana Giorgia Meloni, il cui tema principale sarà probabilmente rappresentato dai dazi USA-UE. Il Venerdì Santo porterà alla chiusura dei mercati in diversi paesi.

 

Convinzioni di investimento

Scenario di base

  • L'aumento dei dazi e dell'incertezza, insieme all'indebolimento della crescita e all'inasprimento delle condizioni finanziarie, peserà sulla spesa dei consumatori, sugli investimenti delle imprese e sulle valutazioni degli asset.
  • Negli Stati Uniti, la crescita si sta indebolendo sotto il peso di dazi autoimposti, mentre la pressione inflazionistica aumenterà, ostacolando la capacità della Fed di attutire il colpo. Inoltre, l'effetto dei dazi sulla crescita si dovrebbe avvertire anche al di fuori degli Stati Uniti.
  • L'Europa riesce ad attenuare l'impatto negativo grazie al sostegno fiscale e ai legami commerciali diversificati, oltre che al potenziale allentamento monetario della BCE, che dispone di un certo margine di manovra per tagliare i tassi quando l'inflazione cala.
  • La fragile ripresa della Cina è messa a dura prova dall'aggravarsi della deflazione e dalle massicce ritorsioni nel conflitto commerciale, in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche. Il Politburo si riunirà alla fine di aprile.

Rischi

  • Mentre gli annunci di dazi doganali rimodellano le aspettative di politica monetaria, si intensificano i timori per la crescita, con la Fed che a questo punto dovrebbe agire, evidenziando la crescente tensione sui mercati finanziari globali, sulle catene di approvvigionamento e sulle prospettive economiche.
  • Le aziende si trovano ad affrontare gravi interruzioni e incertezze a causa delle barriere tariffarie, che portano a ritardare la produzione e gli investimenti e a ridurre le stime sugli utili.
  • I dazi vengono utilizzati come strumenti per la generazione di entrate, la sicurezza nazionale e la leva geopolitica, aumentando il rischio di tensioni commerciali prolungate e di danni strutturali alla cooperazione internazionale e alla resilienza delle catene di approvvigionamento.
  • Con l'inasprirsi del confronto tra Stati Uniti e Cina (con al centro la questione dei dazi), i rischi globali si intensificano e la domanda rimane: chi vuole trattare a Mar-a-Lago quando il tono è quello dello scontro e non della cooperazione?

 

Strategia cross-asset

  1. In un contesto caratterizzato dall'acuirsi dell'incertezza macroeconomica e dall'aumento degli ostacoli legati alle politiche, la nostra strategia cross-asset resta posizionata in maniera prudente, ponendo particolare attenzione alla protezione dai ribassi e alla diversificazione.
  2. Azioni mondiali:
    • Manteniamo una visione complessivamente negativa sui titoli azionari globali, che riflette le preoccupazioni per le revisioni degli utili, le prospettive di crescita globale più deboli e le crescenti tensioni geopolitiche.
  3. Allocazione regionale:
    • Siamo negativi sulle azioni statunitensi, nell'ambito delle quali sia le valutazioni che le ipotesi di crescita degli utili subiscono pressioni al ribasso. La retorica erratica sui dazi minaccia la classica narrazione dell'eccezionalismo americano, mettendo ulteriormente in difficoltà i multipli azionari.
    • Siamo leggermente negativi sull'eurozona e sulle azioni dei mercati emergenti. L'eurozona si trova di fronte a un delicato equilibrio tra stimoli fiscali e tensioni commerciali, mentre i mercati emergenti (in particolare la Cina) sono direttamente sotto tiro a causa dell'escalation del conflitto commerciale.
    • Il Giappone ha beneficiato di fattori di sostegno strutturale, ma la forza dello yen e le pressioni commerciali stanno compromettendo il rialzo a breve termine.
    • Siamo neutrali sul mercato azionario britannico.
  4. Allocazione fattoriale e settoriale:
    • In questo contesto di incertezza, il nostro posizionamento azionario resta difensivo, con una preferenza per i fattori di qualità e bassa volatilità rispetto alle esposizioni ai titoli ciclici o growth.
  5. Titoli di Stato:
    • La nostra strategia sui titoli di Stato è costruttiva, ma limitata all'Europa core, dove manteniamo un orientamento long in termini di duration, sostenuti dal calo dell'inflazione e dalle aspettative di un ulteriore allentamento da parte della BCE. Nonostante la volatilità degli spread sovrani, i rendimenti europei (soprattutto quelli a lungo termine) restano interessanti e offrono una valida diversificazione nei portafogli multi-asset.
  6. Credito:
    • Manteniamo una posizione neutrale sul credito Investment Grade, riconoscendo la solidità dei fondamentali societari ma constatando come un più ampio clima di avversione al rischio stia limitando i rialzi.
    • Siamo negativi sul segmento High Yield, con gli spread che hanno iniziato ad ampliarsi e il sentiment che rimane fragile di fronte all'incertezza politica.
    • In un contesto caratterizzato da insicurezza e avversione del rischio, abbiamo ridotto la nostra esposizione al debito dei mercati emergenti. Sebbene i rendimenti reali a livello regionale siano interessanti e l'indebolimento del dollaro statunitense possa rivelarsi utile, la combinazione tra il rallentamento della crescita globale e l'intensificarsi delle tensioni commerciali invita a una maggiore cautela.
  7. Gli investimenti alternativi svolgono un ruolo fondamentale nella diversificazione del portafoglio:
    • Continuiamo a intravedere valore negli asset alternativi, in particolare dei metalli preziosi come l'oro e l'argento, che restano coperture efficaci in un contesto di maggiore volatilità e incertezza commerciale.
  8. Per ciò che riguarda le valute, i tassi di cambio rimarranno un punto focale nelle discussioni commerciali e nelle dinamiche di mercato generali:
    • Abbiamo una visione positiva sullo yen giapponese, che consideriamo un probabile beneficiario dell'aumento dell'avversione al rischio.

 

Il nostro posizionamento

In prospettiva, il panorama macro globale resta dominato dall'incertezza - dovuta a una combinazione di rallentamento della crescita, aumento dell'inflazione, persistenti tensioni geopolitiche e mutamento delle aspettative di politica monetaria. L'economia degli Stati Uniti, un tempo ancora di salvezza degli utili globali e della leadership di mercato, sta ora mostrando chiari segnali di decelerazione. La prospettiva di una guerra commerciale e valutaria più prolungata, unita all'indebolimento della domanda interna, mette a dura prova sia le valutazioni azionarie che la redditività delle imprese.
Sebbene le banche centrali rimangano la principale forza stabilizzatrice, l'efficacia delle politiche potrebbe essere messa alla prova se l'inflazione dovesse sorprendere o se la fiducia dovesse erodersi ulteriormente. In questo contesto, riteniamo che il sostegno monetario possa attenuare la volatilità al ribasso, ma è improbabile che traini una prolungata ripresa della propensione al rischio in assenza di segnali macro più chiari e di un'attenuazione delle tensioni commerciali. La nostra posizione prudente riflette il desiderio di proteggere il capitale e preservare la flessibilità. Nell'azionario, ciò si traduce in un orientamento difensivo a livello regionale e fattoriale. Per quanto riguarda il reddito fisso, manteniamo un orientamento long in termini di duration sui titoli di Stato europei core, che offrono vantaggi in termini di diversificazione del portafoglio, mentre manteniamo un'esposizione selettiva al credito. In attesa di una maggiore visibilità su questi fronti, riteniamo essenziale un posizionamento prudente e attento al rischio. In breve, non è il momento di inseguire il rischio, ma di essere pronti ad adattarsi man mano che le cose risultano più chiare.

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