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Al momento regna l'incertezza. Dopo essere stati presi alla sprovvista dalla Fed a gennaio, gli investitori assistono inermi alla tragedia che sta avendo luogo in Ucraina e che avrà profonde ripercussioni sull'equilibrio politico ed economico a livello globale. Come prevedibile, sono stati privilegiati gli asset sicuri, come i titoli di Stato americani, per mettersi al riparo dalla volatilità. Tuttavia, i riflettori sono puntati sui prezzi delle materie prime, poiché i Paesi in guerra sono grandi produttori di petrolio, gas e anche delle cosiddette "soft commodity". Nelle nostre economie, eventuali aumenti fuori controllo dei prezzi di fattori produttivi essenziali non farebbero altro che soffiare sul fuoco delle già intense pressioni inflazionistiche.
L'andamento dei mercati azionari può essere suddiviso in due principali categorie. Le azioni dei Paesi esportatori di materie prime hanno chiuso il mese in leggero rialzo. Al contrario, gli indici di regioni che si affidano alla stabilità dei prezzi per l'acquisto di fattori produttivi industriali hanno, nella grande maggioranza dei casi, perso terreno, esibendo flessioni nella fascia media dei valori a una cifra. Da una prospettiva settoriale, i ciclici come energia e materiali hanno sovraperformato, al pari dei settori difensivi quali sanità e beni di prima necessità.
I rendimenti del reddito fisso si sono rivelati volatili nel mese. In seguito allo scoppio della guerra e alla conseguente ricerca di beni rifugio, la maggior parte delle emissioni sovrane ha visto i propri rendimenti calare. Nei segmenti IG e HY, le crescenti pressioni inflazionistiche e incertezze macro spingono i rendimenti nella direzione opposta, con un ampliamento degli spread.
I future sulle materie prime si sono comportati bene, forse fin troppo. I prezzi a pronti di determinati future energetici e agricoli hanno infatti raggiunto livelli allarmanti, che potrebbero fomentare proteste su scala mondiale.
HFRX Global Hedge Fund EUR ha reso -0,47% nel corso del mese.
Azionari long/short (L/S)
A differenza degli indici di borsa, le strategie azionarie long/short hanno in media conseguito buone performance. Si è osservata una certa dispersione, poiché le strategie incentrate sulle materie prime hanno nel complesso generato ottimi rendimenti, mentre i gestori che privilegiano TMT e beni di consumo discrezionali hanno sofferto nuovamente. Le performance medie sono in lieve ascesa nell'intero universo. Ovviamente, le strategie direzionali hanno sottoperformato i fondi long/short low net e market neutral. Dati gli attuali livelli di incertezza e volatilità, i gestori hanno ridotto in maniera generalizzata le esposizioni lorde e nette. Non prevediamo un significativo aumento del rischio per i fondi LS fino a quando non sarà fatta maggiore chiarezza su una risoluzione del conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Sul breve termine,ci aspettiamo che valide strategie azionarie Long/Short proteggano il capitale degli investitori, mantenendo esposizioni lorde e nette limitate. L'attuale guerra inasprirà alcune delle sfide che le imprese in tutto il mondo sono chiamate ad affrontare. Sarà importante selezionare le giuste società. In tale processo, l'eventuale adozione di un'ottica long-short potrebbe offrire un grande vantaggio rispetto alle soluzioni azionarie long-only.
Macro globali
Le strategie macro globali esibiscono la maggiore dispersione in termini di rendimenti, poiché il contesto volatile ha offerto molte opportunità per investire capitale. In questo universo, la strategia ha registrato una performance media contenuta ma positiva, con i titoli migliori che durante il mese hanno offerto rendimenti a due cifre. Le negoziazioni di tassi, le posizioni long sulle materie prime e le coperture di portafoglio hanno rappresentato i principali fattori di sostegno alla performance della strategia. Nei precedenti commenti sostenevamo come i fondi macro globali avrebbero beneficiato di un migliore contesto per investire capitale, in quanto le banche centrali stavano cominciando a ridurre le iniezioni di liquidità e pianificando dei rialzi nei tassi. Il conflitto in atto ha accelerato l’attesa volatilità di mercato a seguito di un minore supporto fiscale e monetario. I premi al rischio degli asset evolvono in maniera generalizzata e i gestori delle strategie macro dovrebbero essere in grado di sfruttare queste oscillazioni del mercato. Continuiamo a favorire i gestori opportunistici discrezionali che, grazie alle loro capacità analitiche e alla loro esperienza, sono in grado di generare profitti sfruttando le opportunità che si presentano nel mondo.
Strategie quantitative
Le strategie quantitative si sono messe in luce sia in termini relativi che assoluti. Le strategie trend-following hanno generato solidi guadagni nel mese, puntando principalmente su reddito fisso e materie prime. Le strategie quantitative multi-modello continuano a sfruttare a loro vantaggio la più intensa volatilità per generare buoni rendimenti. Quest’ultime sono in genere strategie che offrono rendimenti più stabili in diversi contesti di mercato. Tuttavia, richiedono un elevato livello di risorse e, pertanto, sono appannaggio di pochi investitori.
Arbitraggio su reddito fisso
Il mercato del reddito fisso è stretto nella morsa di forze opposte. Da un lato, una fuga verso la sicurezza, poiché la guerra in Ucraina innesca delle short squeeze e spinge i rendimenti verso il basso. Dall'altro, l'inflazione, che guadagna slancio sulla scia dei crescenti prezzi delle materie prime e traina al rialzo i rendimenti. La domanda non è più se l'inflazione avrà breve durata, ma quanto sarà galoppante. Di conseguenza, la volatilità dei tassi d'interesse si è impennata e le curve si sono appiattite, mentre gli spread degli swap in Europa hanno spiccato il volo e le attese di tassi più alti vengono messe in discussione. In questo contesto, è di fondamentale importanza mantenersi lucidi e flessibili. Nonostante una congiuntura difficile, diversi gestori del reddito fisso sono ottimisti e stanno traendo vantaggio da questq incertezza.
Mercati emergenti
Il mese si è rivelato complesso per le strategie dei mercati emergenti, in quanto la prima reazione a una guerra, e più nello specifico a uno scontro tra due importanti membri nell'universo dei ME, è in genere una fuga verso i beni rifugio. Detto questo, l'impatto geopolitico dell'invasione russa avrà probabilmente effetti duraturi a livello globale e un periodo prolungato di elevati prezzi delle materie prime potrebbe offrire opportunità di investimento nelle regioni ricche di tali risorse come l'America Latina. Continueremo a monitorare attentamente la situazione, poiché è troppo presto per trarre conclusioni definitive.
Arbitraggio del rischio - Event driven
Le strategie event driven hanno dimostrato un'ottima tenuta durante il mese, sullo sfondo di un mercato in preda al panico. I rendimenti sono stati in media modesti ma positivi. Le strategie di merger arbitrage, incentrate sui catalizzatori diretti, hanno in generale sovraperformato le special situation strategies, che presentano una maggiore sensibilità al beta. Per il 2022, il settore non prevede una replica dell'attività record dello scorso anno, ma si aspetta una nutrita pipeline di accordi su cui investire capitale. L'aumento dei tassi d'interesse e la volatilità delle azioni sono fattori di rischio che dovranno essere considerati più seriamente in futuro, ma che contribuiranno anche a mantenere spread più ampi e una strategia meno affollata. Esiste un elemento di ciclicità strutturale per questo settore; tuttavia, l'impatto del Covid-19 e le trasformazioni strutturali delle industrie che genereranno ulteriori azioni societarie, offriranno ai gestori l'opportunità di investire capitale. Vista la ricerca attuale di diversificazione da parte degli investitori, le strategie di merger arbitrage si prefigurano come uno strumento interessante, caratterizzato da una duration strutturalmente breve e in cui gli spread delle operazioni sono positivamente correlati agli aumenti dei tassi d'interesse.
Distressed
Al momento, il quadro è relativamente calmo per le strategie relative ai titoli distressed. In seguito a un deterioramento dei fondamentali economici, gli spread del credito hanno iniziato ad ampliarsi da inizio anno. Tuttavia, salvo casi specifici, gli spread di obbligazioni, prestiti e prodotti strutturati rimangono piuttosto contratti. Per quanto nel complesso le opportunità scarseggino, non è più possibile ignorare le attuali incertezze economiche, poiché gli odierni livelli dell'inflazione limiteranno la capacità delle banche centrali di correre nuovamente in soccorso del mercato. Inoltre, i tassi di riferimento sono ancora ai minimi; la Fed, infatti, non ha ancora annunciato il suo primo rialzo e la BCE non ha nemmeno definito tempistiche precise. Dal 2010 si osservano volumi di emissione molto importanti, accompagnati da un accesso al credito piuttosto agevole; pertanto, dovrebbero emergere abbondanti opportunità. I cambiamenti geopolitici ed economici risultanti dalla guerra in Ucraina non semplificheranno le cose in futuro.
Credito long/short e high yield
Gli spread del credito si sono ampliati ma permangono su valori prossimi ai minimi storici. Gli investitori ritengono ora che la potenza del "Fed Put" inizierà a svanire progressivamente, migliorando le opportunità disponibili per la selezione creditizia da una prospettiva Long-Short. Le opportunità di credito sul mercato immobiliare cinese si stanno facendo strada in alcuni hedge fund che vantano competenze di ricerca in Asia. Nonostante il crollo di Evergrande sia ancora impresso nella memoria, la possibilità che il governo cinese consenta il ripetersi di uno scenario simile a quello di Lehman è è da considerarsi molto remota, specialmente alla luce dell'importanza del settore immobiliare per l'economia nazionale. Gli spread del credito si sono notevolmente ampliati sui mercati emergenti. Molti gestori reputano tale fenomeno una fonte di opportunità, in quanto le banche centrali dei ME sono verosimilmente avanti nella politica di inasprimento della curva dei tassi e gli alti prezzi delle materie prime aiuteranno le nazioni esportatrici a tenere sotto controllo i propri bilanci.